Verrà un tempo in cui le terre emerse verranno abitate da gente senza scupoli...
Gente a cui non sta a cuore il vostro benessere attuale, ma quello futuro...
Ci sarà un tempo in cui le cose a cui voi date un'importanza cesseranno di essere tali, per colpa dei Dittatori delle vostre azioni (anzi Reazioni), gli impalatori del vostro Ego, gli anti vampiri che sputano il sangue e il veleno che vi scorre ora nelle vene...
Sarà un mondo non anarchico, ma anzi ferocemente rigido in uno schema non ortodosso, in cui la morale è saldamente retta da leggi che si preoccupanbo solo di infrangere, debellare,ammassare...
È la terra che gli Strapping Young Lad vedono ferocemente attuale nell'estremo oriente (estremo occidente?), nel giappone metropolitano-pedopunk-colorato/colorante che gli si prospettava già nel 1997, all'epoca dell'uscita di questo pezzo di lava nera a forma circolare che gira nello stereo impazzito.
Ma non è così, il giappone non c'entra niente, nonostante l'artwork e le dichiarazioni della band, la vera terra di Mezzo, dove le emozioni non passano per il cuore, ma per la colonna dorsale e per il basso ventre sono solo nel desiderio (opprimente) di libertà, sonora e sociale.
Non ce n'è per nessuno, dove passa City le concezioni cambiano, a partire da quelle più strettamente musicali; non è Thrash, ma qualcosa che se ne serve; non è grind o industrial, ma spaventosamente più emotivo e furioso; non c'è growling o screaming, ma lucido fiele spillato direttamente nelle trombe di eustachio!
C'è il ritratto di Townsend nell'alloggio del cd all'interno della custodia, che sprizza energia al Napalm da tutti i pori...
Non classifichiamo, evitiamo paragoni con i meccanici Fear Factory, con i disturbanti Messhuggah, con i Nine Inch Nails, o con l'omonima band del geniale leader del gruppo, ma alziamo il fuoco e mettiamoli tutti in una capiente casseruola, poi distilliamo fino ad ottenere 39 minuti in cui buona parte sono di devastante metal_core a spazzi super melodici, ma ad altri dannatamente macinaneuroni (senti oh my F*****g god).
Dal primo ascolto ne usciamo giustamente scarichi, indispettiti, con il cd che finisce sullo scaffale delle delusioni...
ma poi con gli ascolti mensili, che diverranno settimanali, che diverranno giornalieri, saremmo costretti al "rito del saccheggio di buoni intenti" quotidiano da parte di questi folli!
Ma chi ha messo la batteria in mano a quell'orco di Hoglan(ex Death),probabilmente il più imponente(circa 200 kg!) "percussore" di pelli della scena metal (non brutal però..), chi ha partorito testi e cori che non sono mere atti di rivolta tipicamente Hard core, ma che narrano di vicende che accadono intorno a noi e che accadranno..la colonna sonora di Neuromante o del cattivissimo Dr.Adder.
La voce di Devin Townsend è eclettica come non mai, sembra che il disco fra chitarre distorte e a volte confuse abbia asse di rotazione su di lui, la batteria come gia accennato è un rullare fantastico e galvanizzante,un vero eccitante naturale, tiene ritmi a volte impossibili, ma non è fredda, macchinosa, bensi la definirei.."pulsante".
Le songs poi si tengono su un livello medio elevatissimo, con un tiro sempre in crescendo (sparatevi le prime quattro di seguito!) per poi rallentare e assestare un colpo MAGISTRALE sulla settima traccia (Underneath the waves), la mia preferita, che inizia a mille e poi scarica un ritornello che si imprime in testa e non ne esce più.
L'ottava (e poi la nona) traccia si apre con una tastiera un pò "kabuki", ed è il pezzo più "epico" nell'impostazione, ci ritroviamo in compagnia di giovani prostitute in camere d'albergo (la 439)alla mercè di affaristi e ragazzini annoiati; altro giro mooolto gradito del cd.
La produzione è adeguatissima e richiama quell'atmosfera urbana alla perfezione, unica pecca, a mio avviso, nella scelta dei caratteri (font e dimensioni) per i testi, illegibili!
Ma a cui si puo rimediare in mille modi.
Che dire di più?
Ragazzi,a me il disco piace (e ve ne siete accorti!) e se lo scopo di De-baser è diffondere note fidandoci di noi stessi e delle nostre esperienze sonore, questa sarà sicuramente un pò diversa dal solito,musica di un gruppo che non ama settorializzare la musica che rifiuta strette catalogazioni,il cui intento ancora una volta è trasmettere qualcosa, non (solo) attraverso le parole, ma con le emozioni. E non ultimo scopo, quello sommo, di divertire.
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