Nonstante io sia allergico al power "metal" come un vampiro all'aglio, ho voluto ascoltare questo nuovo album degli Stratovarius spinto da una curiosita' irrefrenabile verso una band che miliardi di anni fa, quando ancora dovevo scoprire il Metal serio, mi affascino' non poco. Come potete notare dal voto e' la prima volta che scrivo una recensione stroncatoria, perche' in linea di massima preferisco dedicare tempo (e recensioni) alle bands che amo e non a quelle che mi fanno cagare, ma come detto un tempo apprezzavo questa band e quindi non ho resistito alla tentazione di ascoltare il loro nuovo lavoro.
Dopo i pessimi "Elements I" e "II", l'ancor piu' deludente "Stratovarius" e l'uscita del fondatore e mastermind Timo Tolki, le redini della band passano definitivamente nelle mani del singer Timo Kotipelto e del drummer Jorg Michael, il sostituto di Tolki, Matias Kupiainen non fa nulla per far si che l'ascoltatore si accorga che gli Stratovarius hanno cambiato chitarrista, in quanto al di la di uno shredding totalmente anonimo e totalmente Malmsteeniano, il nostro sembra non saper far altro che imitare il suo corpulento predecessore, ma si sa il power "metal" e' cosi', la fantasia e l'innovazione non regnano certo sovrane.
Si inizia con "Deep Unknow" e dopo pochi secondi la noia monta come una marea, sempre gli stessi riffs, sempre le stesse linee vocali, sempre gli stessi passaggi di tastiera, e solita batteria che segue il tutto senza guizzi e senza fantasia alcuna, se po ci mettiamo che questo brano e' anche il primo singolo possiamo dire che il disco non si presenta nel migliore dei modi. Il seguito non e' assolutamente meglio, tra brani piu' tirati come "Falling Star", "Blind" (no, non e' una cover dei korn, ci sarebbe mancato solo questo), "Forever Is Today", e brani piu' lenti e atmosferici come "King Of Nothing", "Somehow Precious" o la conclusiva "When Mountains Fall". Da segnalare "Emancipation", pezzo diviso in due parti (chiamarlo suite sarebbe troppo) in cui la prima e' un autoplagio di "The Land of Ice and Snow" dell'album precedente, mentre la seconda ha un arpeggio che persino un sordo riconoscerebbe come troppo simile a quello di "The Unforgiven" dei Metallica!!!!
Insomma tirando le somme diciamo che questo ritorno e' un disastro su tutta la linea, innovazione zero, fantasia meno di zero, e voglia di sorprendere l'ascoltatore neanche a parlarne.
Non ascoltavo questa band da anni, e ora posso affermare con assoluta certezza che non l'ascoltero' mai piu'
P.S. La copertina e' molto bella, sicuramente la cosa migliore di questo album.
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