Il suono della natura. Catartica, selvaggia, una foresta di notte popolata da demoni che si annidano tra le cortecce degli alberi, visioni sonore di una terra dimenticata dal verde primitivo e sconfinato.  Spiritual Catharsis è il vessillo della misantropia, un totem destinato ai pochi che sapranno apprezzarlo, il black più intransigente e destrutturato che si unisce a una componente dark-ambient lattiginosa, glaciale e ansiogena.

Questo è Striborg, un artista che mette in musica l'alienazione di una mente allenata (e allietata) alla solitudine, all'abbandono, alla nostalgia dopo la morte, oltre la vita. Un'esperienza ostica per l'ascoltatore occasionale, difficile ma quanto mai necessaria per comprendere poco a poco la poetica dell'unico componente Sin Nanna. In questo caso è altamente consigliato ascoltare nell'estrema quiete del buio, possibilmente in cuffia rimanendo soli con se stessi, senza coinvolgimenti esterni per apprezzare pienamente l'opera.

"Within The Depths of Darkness & Sorrow" è composta da una sei corde rumorosa, violentata, scartavetrata, un noise scheletrico che accompagna l'ascoltatore dentro paesaggi sonori brulicanti forme di vita ultraterrene, i colpi di batteria che si susseguono monotoni, ovattati, lo screaming quasi da contorno che lacera e si contorce dentro se stesso. La Catarsi Spirituale dell'artista australiano poi, viene raggiunta nei lugubri bagliori sonori della title-track aperta da un interminabile squarcio ambientale, echi trasaliti e lontani fanno da apripista a un lento rimestare di riff black al rumore bianco, delle vocals aliene, distorte e filtrate si fanno strada con violenti scossoni lungo i solenni tredici minuti del pezzo, una visione tetra e meravigliosa dell'estasi che trascende, illumina lo scorrere immutabile del tempo.

Sentieri musicali che sgorgano come corsi d'acqua nella nostra mente, nel silenzio della notte mentre la quiete apparente viene scossa a tratti dalle piogge acide degli strumenti, dei sintetizzatori, delle manipolazioni vocali di una "Dicksonia Antarctica", dalle visioni funeree e marziali di "Black Metal is the Forest Calling..." oppure della paralizzante "Beneath the Fields of Rapacious Blood". Il consiglio è di abbandonarsi completamente su queste note, lasciarsi adulare e coinvolgere dalla forma d'arte Striborg, apprezzarne i passaggi cromatici tesi a descrivere  paesaggi lontani e dimenticati, apprezzarlo significa addentrarsi dentro una radura misteriosa e misconosciuta. L'album si chiude con la traccia "Eternal Blackness Surrounds the Bushland" una strumentale onirica che viene scossa da rumori industriali e da un sintetizzatore vocale che non fa che aumentare il fascino del mistero di questo concept.  La visione notturna della foresta ha così finalmente la sua sciamanica controparte in musica: ognuno è alla ricerca della "Spiritual Catharsis", un viaggio lungo oltre settanta minuti, tra l'estasi del tormento e la forza del pianto. Come perdersi dentro una ragnatela di sensazioni mistico/arcane dove il pensiero arriva prima del suono, dove il suono si perde,  profondo e sgraziato, negli anfratti più perversi e reconditi della mente umana.

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