Provo una certa diffidenza, unita ad un senso di nausea, quando all'improvviso un singolo viene sparato a ripetizione su qualsiasi dispositivo elettronico, in modo talmente insistente che si passa in breve da amore a odio verso una canzone che magari ha in serbo delle buone potenzialità: per fortuna, una volta passata di moda, una volta arrivata finalmente la tanto attesa "quiete dopo la tempesta", posso ascoltarmi in santa pace il prodotto musicale in questione. E qui in Italia accade spesso, è successo con "This Is The Life" di Amy MacDonald (2007), "Rolling In The Deep" di Adele (2011) e anche con Stromae, rapper francofono di origini divise tra Belgio e Rwanda, creatore dell'esagerato tormentone che fu "Alors On Danse".

Correva l'anno 2009, e credo proprio che quasi nessuno, giustamente stufo del tanto propinato singolone, si degnò di dare magari un'occhiata (o meglio un'ascoltata, che la copertina, a esser sinceri, è proprio un pugno in un occhio) al suo album di debutto, "Cheese": è una bella sfida se sia più oscena la cover o il titolo scelto per il disco, ve lo ascoltereste mai un album che si chiama "Formaggio"? Io l'ho fatto, e nonostante ritenga fondamentale per un disco avere anche una adeguata presentazione estetica, devo ammettere che stavolta l'apparenza inganna! Stromae utilizza dei suoni molto (e qualche volta troppo) semplici ed elementari per confezionare una piacevole collezione di pezzi electro-house, e la formula è più o meno sempre la stessa: un riff elettronico orecchiabile sul quale si costruisce e gira intorno l'intera canzone. E' proprio il caso di "Alors On Danse", che per i più curiosi nel ritornello campiona il mizmar, strumento musicale arabo, oppure anche "Te Quiero", che per struttura e sonorità è praticamente imparentata con la precedente. In "Summertime" prende piede un certo senso di nostalgia (sarà per l'estate ormai finita?) attraverso atmosfere tipicamente anni '90, con tastiere e synth che sembrano guardare agli 808 State di "Don Solaris", e infine sono terribilmente orecchiabili l'apertura di "Bienvenue Chez Moi", "Rail De Musique" e la danzereccia "Peace Or Violence". Tutta questa "catchiness" non regge la durata di tutto il nostro "Cheese", che si conclude tranquillamente senza particolari sorprese: i suoni di questo disco sono probabilmente presi direttamente dall'archivio di un qualunque editor musicale, e lo stesso Paul (il suo vero nome) ha dichiarato di aver composto "Alors On Danse" in pochi minuti seduto davanti al pc.

E' forse un problema? No di certo, primo perchè è il suo disco d'esordio, glielo concediamo, e secondo perchè comunque con i pochi strumenti che ha a disposizione Stromae mostra grandi virtù e un ottimo orecchio pop: anche se sono canzoni facili e lineari la creazione di una hit, una melodia che rimanga in testa dopo pochi ascolti è un'operazione per nulla scontata. Massimo risultato con il minimo sforzo, è proprio il caso di dirlo!

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