Ho molta paura quando un artista annuncia un "ritorno alle origini": nel 99% dei casi è un terribile eufemismo per evitare di dichiararsi morti, senza creatività e privi di idee, ma nel caso in esame, per fortuna, nulla di tutto ciò.

Come può infatti Stromae, solamente al secondo disco (il debutto, "Cheese", ci deliziò/tormentò con la paranoica house di "Alors On Danse") tornare alle origini? Il "back-to-basics" è di tipo musical-geografico-folkloristico, e lo stesso Stromae, di origini per metà belga e per metà appunto del Rwuanda, ha dichiarato che il suo prossimo disco, misteriosamente denominato "v" (o "Racine Carrée" se proprio volete pronunciarlo in qualche modo), avrebbe avuto "degli influssi afro, percussioni forti, e suoni cubani mescolati alla rumba congolese". Se state pensando a qualcosa sul filone world music vi sbagliate di grosso, perché il giovane artista belga, all'anagrafe Paul Van Haver, condisce con questi ingredienti un lavoro che è principalmente un collage francofono di house, hip-hop e dance, e di conseguenza è anche (moderatamente) commerciale: singoli come "Papaoutai"- in territorio francese ha davvero segnato l'estate 2013 - "Bâtard" oppure "Formidable" entrano in testa già al secondo ascolto, ma a differenza della martellante "Alors On Danse", per la quale passai in poco tempo da amore a odio, i pezzi di questo convincente album reggono molto bene i ripetuti replay, nonostante siano tutti brevi, immediati e frizzanti.

Gli highlights? La già citata "Papaoutai" è un mix di arpeggi latineggianti e tastiere techno che esplode in un fantastico ritornello, "Bâtard" non può non farvi saltare con i suoi afro-beats, mentre "Carmen" è una divertente dance in cui Stromae se la prende col mondo dei social network, e infine "Formidable", un pezzo più classicamente hip-hop in cui si rallentano i ritmi e le atmosfere diventano malinconiche, ci regala la ciliegina sulla torta di "v". Forse, nel finale, il nostro Stromae toglie unità al disco allungando inutilmente la tracklist, ma è solo una piccola macchia che non toglie nulla o quasi nel giudizio finale di quest'uscita, la cui scoperta è stata davvero una sorpresa, perché non è per nulla facile reinventarsi al secondo album e non fare la fine della meteorina dopo un singolo di debutto che pure i sassi hanno ascoltato. Nonostante il titolo tradotto sia "radice quadrata" - perdonate il gioco di parole - Stromae fa divertire all'ennesima potenza con un sapiente e danzereccio elettropop in lingua francese: e allora è proprio il caso di dirlo, Alors On Danse!

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