Correva l'anno 1995: la Reflections, la stessa casa produttrice del leggendario "Driver", pubblicò "Destruction Derby", un gioco che avrebbe cambiato per sempre la storia dei videogame e che avrebbe ispirato la creazione di molti videogiochi, tra cui il fenomenale "Burnout". Semplice e immediato, il gioco ottenne un successo strepitoso, testimoniato anche dalla presenza di 3 seguiti solo per Playstation 1.
2004: esce il videogame in questione, che si rivelò essere l'unico capitolo della serie per Playstation 2. Lo sviluppo è stato affidato agli autori degli ultimi 2 capitoli: il Team 33. Visto il team designato, era lecito aspettarsi un ritorno in grande stile che avrebbe spazzato via la concorrenza, "Burnout" in primis, e avrebbe riconsegnato la corona di re del demolition derby all'ormai decaduta serie. Missione compiuta?
PREGI
Personaggi: sono in tutto 20, ben differenziati tra loro, tutti con una propria storyline.
Veicoli: Ogni pilota ha una vettura personalizzata, che raramente si può confondere con le altre.Ovviamente sono tutte potenziabili, purtroppo con pezzi predefiniti. In realtà, le prestazioni offerte dalle auto purtroppo tendono ad assomigliarsi tra di loro, per cui la differenza non è molto percepibile. Inoltre, le parti distruttibili, sia dei circuiti che dei veicoli, non sono poi moltissime, ma decisamente sufficienti.
Stile di guida: Arcade, perfetto per divertirsi con amici o da soli.
Grafica: Nella media. Raramente si verificano rallentamenti.
Fisica: Non molto credibile, però adatta per il gioco.
Scontri: Esagerati, ma parecchio esaltanti: salti mortali, pezzi che volano, esplosioni e molto altro.
Azione: Frenetica e spettacolare, perfetta per il genere.
Difficoltà: Inizialmente facile, avanzando nel campionato è in grado di offrirti una sfida decisamente tosta.
DIFETTI
Modalità di gioco: Sembra strano, ma è proprio così: solo 3 modalità.Più o meno sono le stesse modalità del secondo, ma eravamo nel 1996. Il "Campionato" è la modalità principale, mentre le altre, "Corsa Demolizione" e "Circuito Distruzione", ovvero il circuito e l'arena, sono una sorta di guida libera, una demolizione in santa pace, che però permettono di sbloccare le 2 piste segrete, vincendo tutte le competizioni. Comunque, è inammissibile che nel 2004 ci sia una così scarsa scelta, considerando che "Destruction Derby: Raw" era più vario.
Trama: Se è vero che le storylines sono ben differenziate, è altresì vero che sono mal sviluppate: non un video conclusivo, non una svolta. Solo una misera schermata su cui è scritta la sorte del pilota dopo la vittoria del campionato. Decisamente troppo poco.
Sonoro: Osceno. Solo rock strumentale che si percepisce a malapena nel casino infernale della competizione. Inaccettabile.
Circuti: Sono in tutto 18. Non sarebbe un numero così piccolo, peccato che tendano ad assomigliarsi tutti: di solito hanno la forma a 8. Per quanto riguarda le ambientazioni, sono differenziate anche se alcuni circuiti vengono ripresi per una part 2. Perchè? Non so, che fatica facevano ad inventare altri 2 luoghi , senza riciclare i precedenti?
Longevità: Troppo corto. Il campionato si può finire in un'ora: è vero che lo si deve completare con tutti i 20 personaggi, però la lunghezza rimane comunque insufficiente.
IN CONCLUSIONE
Il tipico gioco che lascia l'amaro in bocca, che ti rende consapevole che si poteva fare molto di più. Godibile, divertente per i primi tempi, ma stenta a decollare per i difetti evidenziati. Consigliato agli amanti della serie, però vi avverto: in giro c'è di meglio, in primis "Flatout" e "Burnout".
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