L'intento era quello di fabbricare un prodotto che avesse un riscontro commerciale: ed il risultato non ha deluso le aspettative, centrando perfettamente l'obiettivo prefissato. Ma siccome hit parade quasi sempre non fa rima, come la storia insegna, con qualità, in tutta onestà a questo "Cornerstone" è carente sotto molti aspetti per fare il salto nella categoria dei dischi da possedere senza remore. Anche se l'iniziale "Lights" e la successiva "Why Me" hanno impresso inconfondibilmente il marchio di fabbrica del sound "alla Styx" (per ogni riferimento vedi "The Grand Illusion"), "Babe" è una love song di quelle da fazzoletto che ha il grosso difetto di uscire fuori tema rispetto al contesto di cui fa parte: è stucchevolmente pop e grazie al suo successo nelle classifiche di vendita diventa, immeritatamente, il pezzo per cui il gruppo viene ricordato fino ai giorni nostri.
Altra scelta discutibile, ma non scadendo nuovamente nel clamoroso, quella della interlocutoria "Never Say Never": con la sua presenza impalpabile si aggiudica il premio per il raggiungimento del punto più basso dell'intero lavoro al pari del precedente. Fortunatamente non c'è il peggio che ci si potrebbe aspettare. L'ultimo solco del lato A, infatti, ci sorprende regalandoci "Boat On The River", una melodia semplice che incanta con la malinconia del mandolino: un balzo di migliaia di chilometri per un tuffo nel folk ellenico/tzigano in una struggente interpretazione vocale.
Con "Borrowed Time" si ritorna tra le righe ed agli schemi AOR classici di fine anni '70 per proseguire nel rock soffice e lento di "First Time" : con l'assolo di chitarra portiamo in alto le fiammelle dei nostri accendini Bic fino al rabbioso hard rock di "Eddie", prova corale dove c'è posto per tutti. La regola per cui alla fine c'è sempre il meglio viene anche qui rispettata: per cui "Love In The Midnight" complessivamente risulta il pezzo più completo e meglio strutturato, con il suo incedere epico sorretto da cori a profusione in un'atmosfera di sicuro effetto.
Il mio giudizio, ad ogni modo, non è negativo perché non è un album brutto. Ottimamente arrangiato, traballa e rischia di apparire a tratti scontato, forse perché non c'è azzardo, scivolando via senza rischi e senza "cattiveria", accompagnato da liriche poco interessanti e un tantino melense per i miei gusti.
Ancora un'altra lezione su come il successo cambi le persone e le cose.
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