Orange County, Long Beach California. Sole che spacca le pietre, c'è un fermento nell'aria, si respira odore di sudore, di mare, di falò sulla spiaggia, di feste, alcool e droga, odore di strada, di risse e pugni, di amicizie scritte col sangue, di patti da mantenere e mai mantenuti, odore di prigione e umiliazioni, odore di voglia di vivere e odore di una vita troppo vissuta.
Morto a 28 anni di overdose nel 1996, Brad Nowell e i suoi Sublime sono riusciti in pochi anni di carriera a trasmettere un nuovo modo di approcciarsi alla musica, hanno preso il funk, l'hip hop, lo ska, il punk, il reggae inventando un ibrido di stili magnificamente fusi insieme da cui è facile ripercorrere una parte di storia del rock.
A Long Beach c'è l'odore di Frank Zappa, dei Clash, di Bob Marley, Miles Davis e Vandals, KRS-One e Fugazi.
40 oz.To Freedom è l'esordio dei Sublime risalente al 1992 di un gruppo che aveva così tanto da dire da riempire un album di ben 22 canzoni, un gruppo con così tante idee da venir tutt'oggi saccheggiato da moltissimi artisti con un contratto discografico che pressa e poche idee per la testa.
Un viaggio nel sole della California con la splendida voce di Brad a raccontarci storie di droga ("Smoke Two Joints", splendida fusione di funk e hip hop) di carcere ("5446 That's My Number/Ball And Chain" dove un cambio di ritmo improvviso ci porta tra atmosfere soul e ska), storie di stupri ("Date Rape", la canzone che i primi No Doubt avrebbere sempre voluto scrivere) speranze (la splendida "Hope") e promesse (splendida "Krs-One" di sola voce e chitarra acustica).
I Sublime sapevano essere incazzati e innamorati, sporchi e combattivi, ma soprattutto avevano voglia di vivere, forse troppa voglia di vivere.
40 oz To Freedom è un'album essenziale perché dentro ci sono almeno 20 anni di musica veramente vissuta e per capire oggi chi c'è davvero dietro a quei ragazzi brufolosi in heavy rotation sui network mondiali.
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