Nessuno l'ha ancora recensito? Ok, lo faccio io. Premettendo di aver ascoltato pochi album della band torinese, posso dire da ignorante che questo è un buon disco.

"Eden" come dice il sito del gruppo è il frutto di un lavoro d'insieme. Questo si sente, le tracce sono un concentrato eterogeneo dei gusti dei membri dei Subsonica, anche se plasmati in modo da poter essere racchiusi nello stesso pacchetto.

"Eden" si apre con la titletrack che nella struttura assomiglia a 15 steps dei Radiohead, basata su una linea quasi fissa di batteria (drum-machine, probabilmente), una chitarra fresca ed un testo speranzoso. In realtà questa è l'ultima canzone da loro scritta, una bonus track iniziale a parte. Il resto del disco ha uno stile più cupo, più ipnotico, più ballabile, più elettronico, più Subsonica. I testi, che contengono citazioni bibliche (a volte interessanti, a volte ingenue), portano l'ascoltatore ad immergersi nell'album tra ritmi dub (Serpente), ballate (Quando, Istrice) e ritmi duri e scatenati (Benzina Ogoshi, Prodotto Interno Lurido). Notevole è Diluvio che, scanzonatamente (ma non troppo) parla della perdita della verginità adolescenziale e della presa di coscienza in un testo probabilmente autobiografico. Musicalmente ricorda Vianello, Dick Dale e i Prodigy. Impossibile? No. Meno riuscita è, invece, La Funzione, pezzo dalle atmosfere 80's scritto con i Righeira che però non ha la verve di Nuova Ossessione coi Krisma.

Senza dilungarmi sui pezzi rimanenti, credo che i Subsonica abbiano raggiunto una maturità stilistica, sperimentando e modificandosi senza però dimenticare l'aspetto live e l'impatto col pubblico. 

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