Quinto album in studio dal 1997 a oggi per la band di Torino che premetto, non ho mai apprezzato fino in fondo. Non sono mai stato insomma un loro "fan", anche se ho sempre saputo estrapolare almeno 2 pezzi di mio gradimento ad ogni loro album. Credo che ad oggi il mio preferito fosse "Amorematico" del 2002.

Agli arbori della loro carriera li ho sempre visti oscurati dai monzesi Bluvertigo, sicuramente molto più virtuosi dal punto di vista tecnico e dotati di una maggiore verve creativa. I Subsonica, onesti musicisti senza picchi di eccellenza, non sono mai riusciti ad oggi a distinguersi come davvero alternativi a mio avviso. Hanno però avuto il merito di saper dare voce ad un "mood" piemontese che ha creato un vero e proprio movimento di pensiero, un genere musicale scopiazzato da molte altre band minori torinesi e non, e a descrivere il malessere della "banlieu" sabauda.

Questo nuovo album "Eclissi" si apre con "Veleno". Un pezzo in cui i suoi dei sinths ricordano un po troppo (spero volutamente) i suoni degli ultimi due album di Trent Reznor. C'è molto Nine Inch Nails svolazzante all'inizio di questo album come ispirazione generale. Una intro track ambiziosa, con una costruzione di base diversa dal solito sound subsonica e che crea subito un netto spartiacque con il precedente album "Terrestre". La "nouvelle vague" elettronica a scapito delle chitarre è ancora più chiara col secondo pezzo "Ali Scure", un po troppo lento e triste per essere messo all'inizio del cd a mio giudizio. Profuma già di chiusura delle danze. Il terzo brano, "La Glaciazione" è anche il primo singolo. Sicuramente è il pezzo più "commerciale" dell'album, molto orechiabile e cantabile e con finalmente un testo un po più complesso delle parole delle prime 2 canzoni. Non è male anche se un poco scontato, ed è tecnicamente innalzato dal cambio di ritmo al minuto 3:19 che richiama ad una certa correzione rispetto ad una uniformità della canzone altrimenti troppo banale.

La track n.4 "L'ultima Risposta" è a mio avviso senza ombra di dubbio la più bella dell'album. E' un giusto mix di rock ed elettronica, ha un testo impegnato e molto profondo, una buona sezione ritmica e una bel riff di chitarra. Insomma un pezzo riuscito e completo. "Il Centro Della Fiamma" è un pezzo molto "maranza". Sembra uscito da un venerdi sera al "Celebrità" fine anni 90 con qualche chimichezza di troppo in corpo insomma. E' una canzone che "spiazza un attimino", molto più vicina al progetto parellelo "Motel Connection" che non allo stile dei Subsonica. L'elettronica imperante in tutto l'album è di discreta qualità tecnica, ottima come qualità dei suoni di un cd molto ben mixato e registrato con cura, ma nata demodè. Se l'intento insomma è quello di avvicinarsi ai mostri sacri dell'elettronica, allora siamo ancora molto lontani. Si consiglia di studiare bene i suoni di Trentemoller&C. per mettersi al passo coi tempi. Nell'insieme la track n.5 è evitabile anche se ammetto che fa ballare. La n.6 "Nei Nostri Luoghi", fa terminare la prima metà dell'album credo volutamente molto più bella e pensata della seconda, che contiene invece dei pezzi riempitivi dedicati ai fans dei vecchi album. Una canzone con il classico ritornello in stile subsonica, con un ritmo medio-lento apprezzabile.

"Quattrodieci" ricorda molto i pezzi degli esordi anni '90, veloce ma un po banale sia come melodie che sonorità. "Piombo" ricalca il copione della precedente, scivola via senza particolari emozioni. "Alta Voracità" riprende invece i passaggi quasi raggie già sentiti su "Amorematico", riprendendo le sonorità da locale metropolitano sottarrraneo. "Alibi" è un pezzo ambizioso che però non riesce a sfondare la mediocrità di questa seconda metà di album. Un lento riempito da bassi molto profondi e una voce molto mielosa, che però stanca dopo 1 minuto di ascolto. "Canenero" riporta sempre alle sonorità anni '90 così come il pezzo di chiusura "Stagno" (oltre 14 minuti). Il pezzo di chiusura è un po a mio avviso lo specchio di questo album. Sembra che questi ragazzi vogliano sdoganarsi dalle sonorità molto adolescenziali dei primi album per traghettare verso musica più adulta e impegnata. Ma ancora non ci riescono appieno. E' apprezzabile l'intento ma, come spesso accade, quando si vuole salvare il rapporto coi vecchi fans e cercarne di nuovi si rischia di perderli entrambe. Insomma gli è mancato il coraggio fino in fondo ma la strada imboccata è quella giusta.

Nel complesso è un album senza infamia e senza lode ma da piena sufficienza, che contiene solo (as usual) 2 perle: "La Glaciazione" e "L'ultima Risposta".

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