I Pink Floyd incontrano gli Iron Maiden.

E’ cosi che mi venne venduto questo gruppo un po’ di anni fa oramai, io, non avendo mai ascoltato ne Pink Floyd ne Iron, ma più che altro attratto dalla stranissima copertina, simile a un disegno su pelle, infilai il cd non sapendo bene cosa aspettarmi. A distanza di anni non l’ho ancora capito bene.

Questo album è la perla, purtroppo solitaria, dei Subterrenean Masquerade, gruppo progressive di New York, che a parte un Ep introvabile non ha altre uscite, il chitarrista Tomer Pink nel 2007 fece sapere che lavorava ad un secondo cd e poi è sparito nel nulla. Insomma questo album è unico, un esperimento, e raramente ho trovato opere che potessero avvicinarsene nel suono, simile in alcuni punti al prog vecchio stampo e folk, in altri ad un certo tipo di avant-garde metal di un decennio fa. Doppia voce, con il cantante maschile, Paul Kuhr che militava nei molto più famosi Novembers Doom, che si esprime sia un pulito che in bellissimo growl molto acro e senza fronzoli e la voce femminile di Yishai Swearts trafelata e eterea, capace di insinuarsi nelle pieghe più dolci.

Il disco è decisamente vario nei suoni, dall’industrial mischiato al folk malinconico e al jazz di ”Suspended Animation Dreams” alla bellissima “Kind of blur”, che offre un suono pieno, dolce che richiama una sigla o una colonna sonora, fino al progressive folk di “X” che chiude il cd con cori e un assolo in pieno stile settantino. I pezzi migliori dell’album “Wolf Among sheep” e “Awake”, la vera e propria suite del disco di ben 13 minuti, mostrano una varietà di suoni e una corposità che descriverle nella loro interezza sarebbe pedante, soprattutto la seconda, posso parlarvi della sua parte centrale però, che ho amato e che trovo uno dei punti più alti dell’ intero disco, in cui il vecchio prog e l’attitudine alla sperimentazione metal del gruppo si uniscono perfettamente: I violini la fanno da padroni, mischiandosi bene alla strumentazione più ortodossa e ad altra decisamente singolare, che dà un tono a metà strada tra il tribale e il sognante, con flauti, tastiere e una batteria in sottofondo molto soffice che porta la canzone in un atmosfera malinconica con una chitarra che intona un assolo blues con litanie lontane e vocalizzi femminili davvero apprezzabili che sfociano in urla, strazianti e fin troppo vere, sussurri disturbati e il growl che si mischia all’assolo finale. L’album nelle sue 8 composizioni è ricchissimo di momenti memorabili e singolari, con un suono che ricerca un eleganza stilistica anche nelle varie urla, growl e blast beat vari. Ma allo stesso tempo non è un album confusionario come si potrebbe pensare, il tema del disco, affiora spesso, e nei vari testi capisci che l’album è un concept sul sogno indotto, nella pratica new age in cui il paziente è immerso in una vasca senza stimolazioni esterne, e sul viaggio nell’io e negli incubi di una persona, mostrandoci le sue paranoie e le sue paure, tra cui il suo terrore del giudizio degli altri, fino ad un risveglio soffice, affidato quasi tutto ai cori e alla voce femminile, come a simbolizzare il risveglio un uomo nuovo, oramai libero da tutti i pesi precedenti. Ma i testi sono molto oscuri, e questa non è che una mia interpretazione.

Per concludere un disco ottimo, che offre moltissimi spunti di riflessione, soprattutto dopo vari ascolti, uno dei dischi che mi hanno accompagnato nella mia crescita musicale e che consiglio a chiunque voglia avvicinarsi a certe frange della musica alternativa, un connubio tra vecchio e nuovo, caos e melodie, che alle mie orecchie suona perfetto e irripetibile.

Elenco tracce e video

01   Suspended Animation Dreams (02:26)

02   Wolf Among Sheep (Or Maybe the Other Way Around?) (06:26)

03   No Place Like Home (08:00)

04   Kind of a Blur (03:12)

05   The Rock n' Roll Preacher (09:06)

06   Six Strings to Cover Fear (06:48)

07   Awake (14:23)

Carico i commenti...  con calma