I Suede sono una band fondamentale del rock inglese anni '90.

Anche se non hanno mai completamente "sfondato" fuori dai confini della natìa Inghilterra, Brett Anderson e soci hanno ridisegnato le coordinate del pop-rock britannico, dando involontariamente il via al discusso fenomeno britpop, lo stesso fenomeno che poi li avrebbe risucchiati in una crisi irreversibile culminata nello scioglimento avvenuto nel 2003. La loro musica si discosta comunque in maniera pesante dalla successiva ondata che darà il successo ad Oasis e Blur: i quattro propongono una sorta di neo glam che ha i suoi punti di riferimento in leggende come Bowie e The Smiths, unendo il tutto ad un'estetica androgina e sensuale all'epoca considerata molto cool.

Figura fondamentale della band, oltre all'ambiguo vocalist, è quella di Bernard Butler; chitarrista di enorme talento considerato in patria il nuovo Johnny Marr, abbandona la barca dopo due dischi di grandissimo successo (lo strabiliante esordio eponimo ed il discussissimo "Dog Man Star") troncando di fatto la carriera della band in due. Il gruppo risorgerà dalle ceneri in cui Butler aveva rischiato di gettarlo con "Comin' Up", forse il disco più sorprendente di quella decade d'oro per il pop britannico.

Veniamo a questo "The Singles": pubblicato il 20 ottobre 2003 (pochi giorni prima dello scioglimento ufficiale), comprende 20 singoli ufficiali estratti dai cinque album in studio, più l'orrendo inedito "Love The Way You Love", ripetitivo e stancante. Il primo ed unico estratto "Attitude" è invece un discreto pezzo di pop neppure troppo scontato, ma già segnalava quanto la band ai tempi stesse pesantemente mordendo il freno. Per il resto non manca nulla, a partire dai classici del Butler-period, fra i quali capolavori del rock britannico anni novanta del calibro di "Animal Nitrate" e "The Drowners" (entrambe dal debut album). Peccato che, essendo una raccolta di singoli, non siano state inserite perle come "Pantomine Horse" o "Heroine". Ampio spazio anche alla carriera post "Dog Man Star", con perle del valore di "Trash" (proposta in una diversa versione) e "Beautiful Ones", quest'ultima forse la miglior canzone scritta dalla band senza Butler. Non mancano i due estratti dall'ultimo, commercialmente fallimentare "A New Morning" del 2002; la poppeggiante "Positivity" e la bella ed energica "Obsessions". Da "Head Music", l'album successore di "Comin' Up", da segnalare sicuramente il chitarrismo sfrenato di "Electricity" e il bagno nel glam più puro di "She's In Fashion".

La mancata affermazione nel resto d'europa di questa grande band rimane a tutt'oggi un mistero; rimangono comunque le grandi canzoni che ci hanno regalato in quattordici anni di carriera.

Anche se è tempo di grandi reunion, la coerenza di Brett Anderson impedirà probabilmente il "sacrilegio" (già parzialmente avvenuto sotto l'"ombrello" The Tears).

O forse no...

Tracce chiave: Beautiful Ones, Animal Nitrate, Trash, The Drowners, She's In Fashion, We Are The Pigs

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