Solo un'altra accolita alla ricerca di giovani soulwomen e soulmen ribelli.

La fonte di ispirazione era un po' Graham Parker e un po' i Jam, tanto i Redskins, ancora di più i Dexys Midnight Runners, tutta gente che – chi più, chi meno – armeggiava col soul in quel di Bretagna.

Loro invece erano californiani, anche se la California non è il primo posto che viene in mente a pensare alla musica soul.

Ma in fondo anche i Christian Death erano californiani …

Tre ep nel 2011 – «In Motion», «(so)Frantic» e «The Constant» – per un totale di 12 canzoni, più altre 2 in un singolo del 2013, «Lying in Bed», e poi nulla più, a parte tutti i brani raccolti insieme nel 2018 in «Constant Frantic Motion», per chi volesse recuperare agevolmente dischi altrimenti impossibili da reperire.

La storia ricorda un po' quella dei Redskins, anche loro diversi singoli introvabili nel giro di pochi mesi e in finale l'album-raccolta per tramandare una storia esaltante.

L'unica cosa sbagliata è il nome, Suedehead, come una canzone del signor simpatia Steven Morrisey: così, chi cercasse in internet qualcosa di loro, dovrebbe sorbirsi decine di pagine pregne di risultati inutili.

Con la speranza che nessuno si lasci deprimere dall'ipotesi di un seppur minimo collegamento tra Suedehead, il gruppo, e «Suedehead», la canzone, e il suo autore.

E se non bastassero i nomi fatti in apertura, mi permetto di consigliare fortemente questi giovani ribelli del soul anche agli appassionati di Fugazi: talmente sfrontati e incoscienti, i Suedehead, che si tolsero lo sfizio di chiudere la carriera con la loro versione di «Waiting Room» e dando dimostrazione di come anche un brano simile potesse tramutarsi in uno scatenato ed irrefrenabile ballabile.

Dando dimostrazione, in poche parole, della trascinante potenza della musica soul.

Carico i commenti...  con calma