Il punto d'arrivo insuperato del NY Death Metal, il più grande disco extreme metal della storia.

Nove tracce, nove brani di follia disumana, nove discese nell'abisso. Una fottuta merda.

Frank Mullen, uomo mite e pacato, dietro al mic si trasforma in una belva feroce: growls da rutto nel bicchiere al cenone di Natale.

Cerrito e Hobbs due fottuti geni, tessono trame malate e contorte di riff rampicanti e contorsionisti. Una pesantezza immane, basti sentire la title track: sembrano i martelli dell'Inferno. E l'assolo in "Seeds of the Suffering"? Una cazzo di motosega! Una delizia per i puristi del Brutal.

Mike Smith che dire, invece di sparare michiate sulla minchia dei neri sentite come sanno suonare le pelli. Sentite come sa alternare blast beat maniaci a tempi più rilassati. Il ragazzo ha stile. Son fortunate le donne che vanno a letto con lui.

Ogni brano è un'opera d'arte patrimonio UNESCO, vi sembreranno tutte uguali invece sono tutte diverse. Se al 49esimo ascolto vi paiono tutte uguali riprovate, al 50esimo cambierete idea.

Concludo annotando che il riff a 2:55 di "Liege of Inveracity", dalle mie parti, fa cadere a terra gli uccelli in volo.

CAPOLAVORO BRUTAL

Carico i commenti...  con calma