I Suicide Silence sono una delle realtà estreme moderne più quotate al momento ed hanno accompagato in tour band del calibro di Megadeth, Devildriver e Behemoth. Il motivo di tutte queste attenzioni? Semplice: i nostri dopo il feroce e veemente full length di debutto "The Cleansing" danno alla luce un album più maturo ed elaborato, un lavoro figlio della crescente corrente death-core americana che già seguiva il primo album, ma concepito con maggiore consapevolezza e con l'esperienza acquisita di recente.

"No Time To Bleed" ha una potenza devastante che abbatte la corteccia cerebrale dell'ascoltatore riuscendo ad essere più scorrevole di  un qualsiasi album death-core. Il valorizzare il lavoro delle chitarre, che va ben oltre il mero compito di creare uno spesso muro sonoro confuso e rumoroso, amplia la tavolozza sonora del disco che, arricchite le parti strumentali, non presenta 11 canzoni di soli break down e blast and beat. Il cantato di Mitch si fa ancora più violento ma allo stasso tempo più umano e meno freddo. Canzoni come "Wake Up"(primo singolo estratto), "LIfted"  e "Something Invisible" sono appunto frutto di questa notevole maturazione artistica, così come "...And Then She Bled", azzeccatissimo brano strumentale che spezza i toni in maniera magistrale ma che riesce comunque a gelare il sangue grazie all'inquetante dialogo di sottofondo che si perde nelle ultime, cupe note della canzone.

Il secondo singolo estratto "Genocide" è un piacevole salto nel passato, sia per la struttura della canzone sia per le lyrics vagamente allegoriche (sì lo so pirma avevo promosso lo sviluppo della band, ma una strizzata d'occhio del genere a "The Cleansing" ci sta), mentre un brano come "Disengage" è la giusta conclusione per un album del genere.
Ovviamente grande nota di merito al produttore (figura sempre più importante di questi tempi per la realizzazione di un disco) Machine, che già aveva prodotto l'ottimo "Wrath" dei Lamb Of God: grazie all'uomo che porta il nome scritto sul retro della copertina del CD i suoni sono compatti e raffinati, ma mai eccessivamente pomposi, e questo rende il disco compatto e brutale invece che confuso e stucchevole.
Notevole anche l'artwork, composto da immagini a metà tra fotografie e disegni, che entra in perfetto tema con le atmosfere splatter di alcune canzoni e con la storia creata dall Century Media apposta per l'album.

"No Time To Bleed" è dunque sinonimo di ulra strazianti, riff assassini, ritmiche serrate e sferzanti, seconda opera di una band che incarna insieme ai Whitechapel e ai Black Dahlia Murder il meglio dell'ondata death-core che sta facendo pogare mezza America.


TRACKLIST:

  1. "Wake Up"
  2. "Lifted"
  3. "Smoke"
  4. "Something Invisible"
  5. "No Time To Bleed"
  6. "Suffer"
  7. "...And Then She Bled"
  8. "Wasted"
  9. "Your Creation"
  10. "Genocide"
  11. "Disengage"


Bonus Track:

  "Misleading Milligrams"

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