Il pop-punk dagli anni ’90 si è dimostrato un genere molto amato in Italia, uno dei pochi che non ha subito “traumi” nonostante il normale scemare dell’attenzione mediatica col passare del tempo attraverso un continuo ricambio generazionale a livello di band. Oggi è la volta dei Summer Of Hoaxes, band del bolognese che in “Little town, great stories” mostra decisamente di saperci fare. La loro proposta è un bel mix di elementi recenti e passati, da una parte una ricerca di trame sonore immediate e al tempo stesso poco banali e dall’altra la ferrea volontà di divertire e divertirsi. Ascoltandolo si notano facilmente richiami a band che hanno fatto la storia del genere come gli Ataris ad esempio - chiamati in causa soprattutto nella costruzione di scenari emotivi ben distinti all’interno di ogni singolo brano – ma anche il lato più solare e party style di Four Year Strong e The Story So Far ad esempio. Parliamo quindi di una band con la testa sulle spalle, che sa scrivere belle canzoni (vedi “Heartbreaker” e “Black sheep”) ma che al tempo stesso non sembra accontentarsi di portare a termine il compitino da 6 scolastico mettendoci del proprio. Musicalmente i Nostri fanno della scena californiana il loro riferimento stilistico, puntando molto su repentini cambi di tempo e spezzoni ad alto tasso melodico ben congeniati, mostrandosi poi attenti nel dare vita propria a ogni singolo passaggio senza quindi fare il classico copia-incolla caro a molte band del genere. Vocalmente potremmo dire che tutto fila liscio come l’olio, in quanto sia la voce principale – che si mostra forse un poco in difficoltà nelle tonalità basse, vedi la titletrack - che i cori sono perfettamente in sintonia con la proposta musicale. Un lavoro decisamente piacevole insomma, consigliato a chi apprezza questo tipo di musica e dall’artwork carino ma dai riferimenti abbastanza scontati (in particolare riporta alla mente quanto proposto da Last Day Before Holiday e Ataris).

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