Uscito nel 2008 per la "sua" Caldo Verde, "April" è l'ultimo album interamente composto da inediti pubblicato da Mark Kozelek.

Ci si trova di fronte ad un cantautorato maturo, dai toni malinconici, che ruota attorno a due splendidi fuochi: da un lato la voce calda, inconfondibile, del musicista dell'Ohio; le sue pregevoli strutture chitarristiche, che in questa occasione sono costruite con strumenti prevalentemente non elettrificati, dall'altro. Il registro di quest'opera è piuttosto ampio e spazia, come da tempo il Nostro ci ha abituati, tra le radici della musica americana. Folk, country e rock 'n roll emergono, con naturalezza, dalla ispirata penna del compositore. Kozelek, inoltre rende omaggio (in "Lucky Man", come nelle splendide musiche di "Tonight In Bilbao") ad una delle sue meglio celate passioni musicali: il prog rock. Il risultato finale è, nonostante ciò, molto omogeneo, monocromatico e cupo come la cover del disco.

Il vero elemento di novità, però, risulta il palese interesse dell'autore per la chitarra classica, specie per la scuola spagnola, destinato a riverberarsi in diversi brani dell'album; in alcuni momenti la veste delle canzoni e molto più dinamica e complessa che in passato. Kozelek, da sempre lodato per le sue doti di cantante/autore, si sta lentamente ritagliando un posto di rilievo tra i grandi della sei corde di questo nuovo millennio.

Per qualità dei singoli brani, visione d'insieme, "mood" e mole d'opera (quasi 74 minuti di musica), "April" può essere paragonato, a mio modesto parere, solo al monumentale "Rollercoaster" dei Red House Painters. 

Permettetemi una congettura: leggendo diverse interviste di Kozelek e documentandomi sul web, sono sempre più convinto che quello di Kozelek per la chitarra classica non sia un semplice amore estivo, bensì un seme che, germogliando, darà vita ad una piccola svolta nella carriera dell'artista americano. Attendo con ansia una risposta concreta. Magari il 13 luglio...

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