DRONE: ultimo approdo per chi nella musica ricerca l'evasione. Il soggetto che è solito far uso (farsi usare) di (da) questo genere si colloca in una fascia d'età media compresa tra i venti e i trent'anni, parla correttamente tre, quattro lingue non correnti, ha continui principi di necrosi, tende a perdere capelli, sviluppa una predisposizione alla fotofobia tutta sua ed è in via d'estinzione.

Ora, per tutti i masochisti amanti del genere, ecco Oracle: inquieta creatura firmata Sunn O))). Oracle non è innocuo, non è un "album" e non è "musica", ma il duo americano (Stephen O'Malley - Greg Anderson) ci aveva già messo in guardia da tutto ciò dal lontano Void, primo full length uscito nel 2000. Sono vietati nel modo più assoluto ascolti occasionali ed è da consumarsi preferibilmente al buio. Se temete l'oscurità tenetevi alla larga perchè in 81 minuti riceverete solo questo, ma ne avrete in abbondanza. L'abisso claustrofobico che vi si spalanca davanti è incastonato in tre tracce, la prima, "Belürol Pusztít" serve a spianare la strada, a familiarizzare col buio, ad abituare gli occhi, mentre il rumore di catene e grida infernali iniziano a irrompere nelle ossa. Anche il caos che viene emanato obbedisce a leggi precise."Orakulum" è la traccia madre. L'inconfondibile quanto annichilente (ab)uso di riff granitici che si ergono come colonne di alte cattedrali dell'oscuro, dell'inconcepibile. "Orakulum" è una terra nera dove ristagna solo la voce ancestrale e funesta di Attila (Tormentor, Mayhem, Aborym), è una mano che ti serra la gola e ti guarda soffocare, per poi abbandonarti all'angolo. Diciotto eterni minuti che trarranno nutrimento dalla vostra anima per dar voce alle ombre segrete della carne, mentre disperati vagherete alla ricerca di uno spiraglio di luce, pur sapendo che solo il suo ricordo potrebbe bruciarvi gli occhi. Falliranno miseramente i vostri tentativi di dimenarvi, la morsa del terrore si stringerà più forte attorno a voi. Vi chiederete dove siete, se siete vivi, come una mente umana abbia potuto concepire un simile lavoro, mentre quel che resta di voi si appresta ad affrontare l'ultima tappa. "Helio)))sophist" è pura apoptosi. L'eternità in 47 minuti. No, il male non è ancora sazio di voi, striscia viscido sulla vostra pelle cercando di farsi un varco, ghiacciando il sangue e congelandovi il respiro. Annegherete lentamente senza ossigeno. La vostra mente continuerà a farsi travolgere da questo nero fango, infinite metastasi si apriranno in ogni parte del corpo, prosciugandovi le energie rimaste. E' un'agonia lenta, feroce, che pur consapevole della propria potenza sceglie di centillinare con misura la sua iniezione letale.

"Vi sono notti in cui l'avvenire si abolisce e di tutti i suoi momenti sussiste soltanto quello che sceglieremo per non più essere" (Cioran)

 

Poco male se non fa per voi, o se abbandonerete l'impresa. Oracle è un ritorno in un luogo dove non siete mai stati, ma soprattutto dove nessuno vi aspetta...

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