Da grande estimatore della scena metal/hardcore di New Orleans, non potevo lasciarmi sfuggire la possibilità di parlare di questo, chiamatelo progetto o come volete di Phil Anselmo.
Coadiuvato da chi ha costruito lo sludge core, mattone dopo mattone, Jimmy Bower (EyeHateGod, Down, Coc, Mystick Krewe of Clearlight ecc..), il buon Phil condivide il ruolo di axeman nelle registrazioni di "Use Once And Destroy" del 2002, preceduto dai demos di pura matrice underground risalenti al 1996/1997 con tutti i brani che ascolteremo nel suddetto cd ed altri nel seguente "A Lethal Dose Of American Hatred". Anselmo in questo primo capitolo dei SJR ci serve su un piatto d'argento la sua passione per l'old school punk/hardcore, l'aggressività di riffs semplici, grezzi e diretti e con (ancora una volta) una grande formazione alle spalle, Hank Williams III al basso e Joe Fazzio alla batteria ci propone un onesto pugno nello stomaco.
Melodie paranoiche e rallentamenti doomy, sfuriate hardcore al limite del black, parti più cadenzate, fanno da contorno all'incredibile screaming del mastodontico singer che ci offre una prestazione disumana. Chi cerca qualche somiglianza con i Pantera o i Down (i quali esistono dal '92 o prima, quindi non chiamateli il nuovo gruppo di P. Anselmo!), cade male, tra l'altro è curioso che l'album sia uscito proprio nel periodo in cui spuntavano come funghi tonnellate di bands fatte con lo stampino nel mainstream metal e hardcore... I Superjoint senza nessuna pretesa, hanno si scavato nelle loro radici, ma hanno creato qualcosa di assolutamente personale, nel sound ecc.. mantenendo lo spirito underground inalterato. Il disco scorre via, e si porta dietro angoscia, violenza, droga, sangue, deliri e abusi che saranno la colonna sonora di questo SUPERJOINT RITUAL.
Si parte dall'intro spaccaossa "Oblivious Maximus", passando per songs che diventeranno dei classici come "The Alcoholik" e "Fuck Your Enemy", l'impetuosità con cui la band si propone è impressionante. "4 Songs" aumenta la nostra voglia di distruzione, qui vengono fuori tutti i componenti devastanti tipici della loro proposta lasciando l'ascoltatore annichilito da sfuriate hardcore, riffs sabbathiani ed altri più "malati". Il disco potrebbe finire anche qui, ma no, si va avanti con tre songs "Messages", "All Of Our Lives Will Get Tried" e la bomba "Antifaith"; le chitarre acide e taglienti con le liriche di Anselmo ci stordiscono sempre di più... è il momento dell'oscura "Ozena", dall'andamento blueseggiante e thrashy, il culmine artistico di questo cd.
L'energia del gruppo, come se si trattasse di un live non termina, cosi parte a razzo l'ultima parte dell'album con "Drug Your Love", "Haunted Hated", "Stupid Stupid Man", "Creepy Crawl" già nota per la sua versione nella colonna sonora del film The Manson Family e l'ansiosa e paranoica "Superjoint Ritual"... non basta ancora c'è spazio per delle bonus track, versioni demo marcissime di alcune songs che faranno parte di "A Lethal Dose Of....".
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