Eccomi con un'altra mitica sigla degli anni '80: "Ken Falco. Il Superbolide"! Cantata dai Superobots e cioè Vito Tommaso (che ha composto le musiche) e Douglas Meakin (che la canta) nel 1980, questa canzoncina fece rimanere impresso nella mente di molti bambini dell' epoca un cartone in realtà abbastanza ripetitivo e senza molte particolarità.

Creato nel 1976 in Giappone, Il nostro Ken alla guida della sua Hayabusa (che in nipponico significa ‘falco pellegrino') sfreccia in ogni puntata gareggiando con i loschi piloti della scuderia ‘Black Shadow' che hanno lo scopo di eliminarlo e che ci provano ogni maledetta puntata, a partire dal loro comandante Ayab Mobil Dick, personaggio che sfoggia un'armatura da guerriero ed una maschera di ferro, sino a Baron, incaricato di reclutare piloti sempre più spietati in giro per il mondo.

Vero nome Ken Hayabusa (il padre fu l'inventore del motore guidato dal figlio...) e fratello di un grande pilota (morto insieme con il padre indovinate come? Sì, in un incidente stradale...), è il pupillo della scuderia ‘Savongi' affiancato dai geni della meccanica Yamato e Mutsu (che lavorano per Ken dietro le quinte) e dai compagni Gatetsu e Kamikaze.

I circuiti sono sparsi in tutto il mondo, ma gira a rigira si somigliano tutti, se non fosse per i tranelli orditi dalla ‘Black Shadow' che arriva ad assoldare un certo Ryu, nemico n°1 di Ken ma talmente schietto come avversario da venire rispettato anche dal Falco che subisce persino una sconfitta (cosa più unica che rara). Ryu muore proprio per salvare Ken da uno dei complotti di Ayab. Stessa sorte per Romy, ragazza-pilota che si innamora addirittura di Ken e che per salvargli la vita perisce in una trappola di Baron.

La fine della saga per decidere quale scuderia sarà la vincitrice e quale invece dovrà ritirarsi si svolge in un circuito lungo le Alpi e per la ‘Black Shadow' scende in pista nientemeno che Ayab, che tolta la maschera si rivela essere Benny Kramer, pilota squalificato anni prima perché causò la morte di 13 piloti (ecchecazzo!) tra i quali...il fratello di Ken.

Indovinate voi chi vince lo scontro finale.

La sigla invece, come detto prima, è accattivante ed un tipico esempio del cantato in italiano che strizza l'occhio alla pronuncia inglese; pare tra l'altro che Vito Tommaso l'abbia scritta sapendo soltanto che il cartone trattava di macchine e motori, ma non sapendo altro su trama e personaggi.

Ne è derivata una sigla dal testo generico ma dal ritornello di forte impatto, che andiamo a cantare tutti insieme:

"Senti ragazzo,
nella tua stanza
tra i manifesti degli eroi,
lasciagli un posto,
perchè tu da grande
di lui ti ricorderai!

il suo nome è Ken, Ken Falco,
non lo batteranno mai!

quello che fa Ken, Ken Falco,
tu da grande lo farai!

senti ragazzo,
non esitare,
se un giorno tu paura avrai,
cerca il suo sguardo
e stai sicuro
che il coraggio ritroverai!

il suo nome è Ken, Ken Falco,
non lo batteranno mai!

quello che fa Ken, Ken Falco,
tu da grande lo farai!

il suo nome è Ken, Ken Falco,
non lo batteranno mai!

quello che fa Ken, Ken Falco,
tu da grande lo farai...

il suo nome è Ken, Ken Falco,
non lo batteranno mai!

quello che fa Ken, Ken Falco,
tu da grande lo farai!

il suo nome è Ken, Ken Falco,
non lo batteranno mai!

quello che fa Ken, Ken Falco,
tu da grande lo farai..."

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