Supertramp - Breakfast in America -1979-

Esco fuori dall'ibernatore, suona la sveglia, mi lavo i denti mentre mangio i corn flakes, sputo tutto, prendo il caffè e via sotto la doccia, dove c'è una radio fradicia per l'uso improprio, ore 6:00 a.m: please tell me who I am.. One two three four Ddddigital... No! Te prego...

Supertraaaaaaaaaaaaaamp... Alle 6:00? Che silly songs deliziose quell'album; la cameriera della copertina mi sembra mia madre -Mommy dear!- quella volta che mi portò la colazione a letto prima di scuola... Dove vivevo allora sembrava di essere in America, mentre io provenivo dalla parte più vecchia del quartiere, che è il più grande e popoloso di Roma, grande quanto una piccola metropoli; spostarsi di pochi km era come cambiare usi e costumi, e pure incredibile era la diversità delle persone: dalla parte vecchia e storica, radicata e provinciale a quella nuova, aggressiva e danarosa. Lo stacco fu forte, ragazze disponibili, piscine condominiali -vietate ai poveri-, tv private, radio private, cemento, palazzi futuristici, grattacieli, gente coi soldi, e finti arricchiti, tanti stronzi, esterofilia e musica, tanta musica. Più America di così..

Oggi c'ho la sveglia digitale, ovvio, e indietro non si torna. Però però, risentire "The logical song", mmmh, e quell'album? Compito per casa. Com'è invecchiato sto' best seller, bene, male, dice ancora qualcosa? Credo che questo super pop sia proprio improponibile oggi, signora maestra, e neanche percorribile come arrangiamenti e come messaggio. Vale per gli aficionados del gruppo e per i malati di nostalgia, è troppo diverso da ciò che gira oggi. Sono passati tanti anni, troppi, quel pianino fender, i coretti, mhhh però ...è ancora bello! E ciò che più conta è il fatto di parlare di qualcosa che si percepiva sentendo certe canzoni, così come è proprio vero che certe canzoni non le metabolizzi che molto dopo. In quell'età spensierata non pensavo certo al significato di radical, pratical, responsible. Ma chi lo scrive più un pop-rock così sbrodoso, super-straccione e radiofonico, così subdolamente amerecano? Anzi Californiano, come le prugne californiane, tutte belle, uguali tornite e fatte in serie... Come i milioni di vinili venduti di quest'album, come queste canzoni che si sciolgono in bocca, tutte lì in fila, senza nocciolo, come una schiera di ex, una tira l'altra, e niente va indigesto, una sola lunga suite zuccherosa e spesso struggente. Non si capiva che dietro tutto quel caramello c'era tanta amara ironia di tranquilli signori di mezz'età. Queste canzone sono tutte lucide, pulite, cristalline, sporcate da chitarroni quel pò che bastava. E' tutto perfetto, dai falsetti stratosferici -biggis flavour?- ai sax vertiginosi, al pianino elettrico di barberia onnipresente e martellante come un marchio di fabbrica. Anche le non hits sono sopra la media, come le nettamente beatlesiane "Oh darling", "Lord Is It Mine", il mistico finale super radiofonico di "Child of vision" o l'eco lontana di School che riecheggia nell'armonica di "Take the Long Way Home".

Dove sono finiti tutti gli amici di allora... It was early morning yesterday, I was up before the dawn- Goodbye Mary, Goodbye Jane, will we ever meet again?

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