Per me che raramente mi lascio andare fino in fondo, che troppo spesso mi perdo nei meandri complessi della mia mente, che gioco a nascondermi per non svelare mai la parte più fragile ed insicura che tengo dentro, la musica sembra essere l'unica valvola di sfogo in grado di tirar fuori le mie più recondite sensazioni, l'unica capace di raccontare di me senza bisogno di parole. Ci sono album, appunto, che sembrano essere un'immagine riflessa della mia contorta personalità ed è proprio per questo motivo che mi lasciano dentro segni profondi, a cui aggrapparmi nei momenti di difficoltà..In questo caso, bè credo sia stata proprio lei a trovarmi. L'antidiva per scelta, schiva, riservata. Una voce sottile, calda, tenue, a tratti dolcemente sussurrata, che grazie all'ausilio di semplici chitarre acustiche, qualche accenno di chitarra elettrica, e sporadici accordi di bossanova, è riuscita a ri-creare pura e semplice magia.

"Close - Up Vol. 1 Love Songs" è il primo di quattro volumi del nuovo progetto completamente acustico della folksinger statunitense Suzanne Vega, tornata finalmente alla luce dopo lo scarso successo ottenuto dal suo ultimo album datato 2007, "Beauty and Crime". La cantautrice ha quindi pescato, nella sua vastissima discografia, 16 intensissimi brani dal gusto romantico e malinconico, che ha poi reinterpretato in atmosfere molto più intime e soffuse, aiutata dalla sua aria sempre così svagatamente disincantata e personale. Quale album migliore per descrivere una parte di me?? Il tema portante della raccolta è certamente l'amore, ma questo viene però affrontato in tutte le sue forme, in tutta la sua lacerante complessità. Ed è proprio il brano d'apertura di questo "ritorno alle origini" a regalare il primo sprazzo di solitudine: nella sua "Small Blue Thing", Suzanne ci svela una delle sue confessioni più struggenti. "Oggi mi sento una piccola cosa triste/ come un marmo/ come un occhio/..sono persa dentro la tua tasca/ sono persa contro le tue dita". Questo grave senso di perdita si percepisce in maniera palpabile anche nella splendida "Harbor Song", mentre nella versione british folk di "Songs In Red And Grey", si possono ritrovare gli opposti estremi di questo sentimento:il rosso inteso come istinto, follia, passione, il grigio invece come una maturata razionalità. E' sicuramente da assaporare lentamente la dolcissima "Caramel", o lasciarsi cullare delicatamente dalle note di "Gypsy", mentre detiene il primato assoluto "Marlene On The Wall", una versione questa che si rivela molto più azzeccata rispetto all'originale.

Le emozioni sono vive, intense, spiazzanti. E per me, inguaribile sognatrice, non potevo chiedere di meglio. Un album che si lascia ascoltare e riascoltare piacevolmente, senza pretese. Un grazie speciale a chi me l'ha fatto conoscere..

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