Non un semplice live album.
Più un'esperienza, direi, e non di quelle più piacevoli, a meno che non siate degli inguaribili masochisti. Musicalmente parlando, devo ammettere di rientrare nella suddetta categoria. Sono curioso di sapere sino a dove sono capace di spingermi, di sopportare, di sfidare le mie orecchie, la mia testa (e in questo caso anche il mio stomaco). Ascoltare Public Castration is a Good Idea non è altro che una punizione autoinflitta, una di quelle veramente dolorose, anche per coloro che navigano nelle turbolente acque della musica estrema da tempo e si ritengono pronti a tutto. Non si è mai del tutto pronti ad una mazzata feroce, priva del benchè minimo compromesso, come quella che vi assesta un disco del genere.
8 tracce di puro odio, disillusione, profonda delusione, disgusto verso l'umanità e verso il proprio corpo, la propria anima. Michael Gira, il delirante frontman degli Swans, condensa tutto il suo mal de vivre in questo allucinato e allucinante documento live, registrato a più riprese nel 1986. All'ascoltatore non viene concesso un singolo attimo di riposo e gli sparuti momenti di quiete si rivelano soltanto apparenti, in quanto preludi a una successiva, ancor più violenta e annichilente esplosione.
Gli Swans hanno privato di ogni orpello la loro musica (già parecchio violenta anche nei dischi precedenti) e l'hanno portata ai primordi : la loro proposta è brutale, ardua, scoraggiante ma indubbiamente sincera. Questa è una delle opere più vere che vi capiterà mai di sentire, a prescindere che vi piaccia o meno. E se non vi è piaciuta (nell'accezione tradizionale di piacere, s'intende), vuol dire che i malefici cigni hanno fatto centro.
Public Castration is a Good Idea rappresenta la migliore sintesi del primo periodo musicale degli Swans, sebbene le otto tracce che ne fanno parte abbiano veramente poco a che fare (testi a parte) con le canzoni d'origine. Ogni singolo brano è stato soggetto ad una rivisitazione e destrutturazione che ha portato ad esiti molto distanti dagli album in studio : la lunghezza di ogni pezzo è visibilmente aumentata e il sound si è fatto più rude, più noisy, ma al contempo più dilatato.
E' tutto giocato sull'alternanza fra le parti strumentali, in bilico fra industrial e noise, e i sermoni deviati urlati vigorosamente da Gira. Quando apre la bocca, quest'ultimo ruba lo show a tutti gli altri, imponendo la sua inquietante presenza e, se possibile, facendo calare un'ulteriore cappa di oscurità sul pubblico di fedeli adepti. Una performance agghiacciante la sua, da pelle d'oca, soprattutto quando ci introduce al brano "Anything For You" urlando con voce profonda e cavernosa e un'intonazione da messa nera HOOOOOOOLY. I momenti di puro terrore e di smarrimento non mancano e sono presenti dall'opener sino alla conclusiva "Another You", in un crescendo intenso di effetti, distorsioni e rumori. Risulta indubbiamente essenziale in quest'album anche il lavoro svolto dalla batteria, talora lenta e strascicata, talora forsennata e tribale e in perfetta sintonia con le litanie ossessive recitate dal cantante (pare quasi riduttivo definirlo così!).
Spiccano, tra gli altri pezzi, in particolar modo "Fool", che dimostra come anche un pianoforte possa essere asservito al terrorismo sonoro, "A Screw" e "Coward", in cui la distorsione della voce di Gira viene portata alle estreme conseguenze (ricordando i terrificanti esperimenti di David Tibet nel seminale "Nature Unveiled" dei Current 93). (Non) vi consiglio di ascoltarlo di notte, assume tutto un altro sapore. L'unico inconveniente è che potreste non dormire dei sonni tranquilli.
Come gran parte della discografia degli Swans, questo è uno di quei dischi che ridefiniscono il concetto di musica "pesante". Non lasciatevelo sfuggire.
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