We need a dream to escape.
Il sunto è raccolto in questa profetica frase. Fuggire ed estrapolare percezioni extra-sensoriali sembrano la soluzione lungo il tunnel vorticoso concepito dalla mente altrettanto contorta di Michael Gira. Un concentrato di intrecci onirici che calano impetuosi nell'aere per catapultare in dimensioni astratte. The Glowing Man è il capitolo che sigilla gli Swans dei primi anni 2000. È il cerchio incandescente che silenzia i cigni e li fa dissolvere in un lago desertico. La maestosità apocalittica si tramuta in disegni sciamanici di cui Michael ne è il predicatore. Il fluire del tempo pare surreale e inizia ad agire come allucinogeno nei paesaggi dilatati partoriti dall'anima degli Swans. Nelle infinite vallate del mondo di The Glowing Man l'aria si fa rarefatta producendo un cortocircuito nella vostra psiche. Si è al cospetto di un rituale dove la soluzione è il liquefarsi in preda a visioni che sembrano provenire da un'antica tribù indiana. Le nuvole coprono i pensieri e offuscano il giudizio, il destino passa attraverso l'etereo spiritualismo degli Swans.
God, oh God, I'm Leaving. I'm Leaving. Surrender! Surrender! Take us! Take us!
Un sole cocente appare all'orizzonte mettendovi in ginocchio sulla sabbia rovente, mentre i raggi trafiggono gli occhi privandovi di un qualsiasi appiglio alla realtà. La vostra ascensione inizia lentamente, c'è lo spazio per lasciarsi travolgere dalle cascate ossessive dai lenti giri di chitarra che gli Swans concepiscono. Parte tutto da lì, per poi cambiare le sembianze in un infinito gioco di anime contrapposte che disorientano e destabilizzano. Il vostro inconscio si convince che il pericolo è imminente e l'attesa dell'ignoto viene ingannata dai mantra esorcizzanti che Michael ripete, ripete, ripete. Si viene cullati all'interno di ricordi agghiaccianti e futuri minacciosi. La tensione si scatena nelle tempeste che rieccheggiano senza pausa, mentre ci si avvicina a colui che brilla, il Glowing Man. Bisogna saper ripulire la propria mente e far fluire il crescendo caotico senza alcun filtro. Si svelano così gli intenti degli Swans che dopo l'illusione di suoni evanescenti colpiscono con le catastrofiche atmosfere su cui stratificare il mostruoso wall of sound. Un equilibrio ben bilanciato in cui lo stridio elettrico sa trovare rifugio in suffusi violoncelli e apparizioni di pianoforte.
Now the city's dissolving and heaven's inhaling.
Il vento soffia fra le campane di un'antica cattedrale dove all'interno si può trovare solo il rito professato dagli Swans. Il misticismo s'insinua nelle vene della moglie Jennifer che racconta il lato feroce ed animale dell'uomo, aumentando così le suggestioni decadenti che pian, piano deflagreranno, elevando il tutto a nuovi livelli. A un nuovo mondo. A una nuova incarnazione in cui di questi Swans non vi sarà traccia. L'ultimo viaggio intrapreso da The Glowing Man è allarmante e disturbante come solo Michael Gira può insegnare. L'irrequietezza non conosce mai fine tessendo meticolosamente la sua ragnatela in cui intrappolarvi, come se foste immobilizzati in delle catacombe claustrofobiche. È giunta l'ora di abbracciare il delirio psichedelico che astrae corpo e mente, solo così si potrà finalmente trovare la pace.
Finally, Peace.
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