Sono monotono. Abbastanza monotono da proporvi un altro cd, di un'altra band, americana, che suona sempre 'sto fottutissimo sludge (metal[?]).
E che ci volete fare? Non ne ho mai abbastanza. Anche perchè, benchè secondo qualcuno Panopticon ha sancito l'inizio della fine di un genere (dicono) piuttosto ripetitivo e incentrato sulle stesse cose (fra cui la sperimentazione :P), io riesco sempre ad emozionarmi con ogni nuovo gruppo come non avessi mai sentito niente di simile. E, d'altronde, lo stile, le idee, le emozioni, non sono tutte uguali. Anzi, spesso c'è ben poco di simile.
Ad esempio, questi Swarm of the Lotus (bel nome) sono marci. Marci, come gli schifidissimi cosi che intrappolano la donna agonizzante della copertina (bella anch'essa) e s'annidano e fanno radici fra lo schifo urbano. Accenni di melodia nascosti fra momenti di silenzio/minimalismo à la post ed urla inconsistenti e raspose su tappeti fatti di distorsioni sparate oltre ogni decenza e di strutture ritmiche granitiche. Angosciosamente rabbiose, le voci sono riconducibili al duo Kelly/Von Till (i Neurosis, per intenderci). Ma urlano molto di più. Se i Neurosis erano i bardi dell'apocalisse, gli Swarm of the Lotus sono i cantori dei quattro cavalieri. Pienamente (o quasi) coscienti delle proprie devastanti potenzialità.
Mi rendo conto di essere stato un po' epigrammatico. Ma davvero, non c'è molto altro da dire, se non: dateci un'ascoltata. Se avete amato l'oscura apocalissi sonora che era 'Through Silver in Blood', ora è il turno di immergersi nelle Sirene del Silenzio. CD abbastanza complesso ma nonostante ciò abbastanza digeribile (51 minuti), anche se un po' troppo fermamente ricondotto ai succitati Neurosis. Ma comunque. Un silenzio marchiato dall'orrore, dall'angoscia e dalla rabbia atavica e primordiale, ma anche (AhAHA! Pensavate potessi mancare?) dalla bellezza.
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