Quante sono le band che hanno un enorme tasso tecnico? Tante! Ma quante sono le band che non si vergognano a mostrarlo? Poche! Perché ce ne sono molte che pur avendo questa dote decidono di mostrarla soltanto in poche occasioni... per paura di finire sul patibolo della critica, soprattutto dopo essere stati spettatori delle numerose congiure mediatiche nei confronti dei Dream Theater (atteggiamenti che sinceramente hanno rotto i coglioni).
Per fortuna ciò non è per i Symphony X, band che fa della tecnica uno strumento di potere! Gli assoli lunghi e veloci, le scale furiose, le cascate di note sono per loro un marchio di fabbrica; Michael Romeo e Michael Pinnella, rispettivamente chitarrista e tastierista, sono i protagonisti di tutto questo; ma il loro virtuosismo per loro non è veicolo di critiche a raffica come succede invece per Petrucci e Rudess, a dimostrazione del fatto che le critiche ai Dream Theater derivano non da demeriti propri ma semplicemente dalla moda di attaccare il gruppo! Ma i Symphony X non sono solo tecnica! Ad essa si aggiunge quella potenza tipicamente power ben condotta dal timbro forte e deciso della chitarra e dalla voce più che mai lirica ed espressiva di Russel Allen (una delle migliori in assoluto nel panorama prog-metal) ma anche quello stampo sinfonico e classico contraddistinto da sottofondi di tastiera sempre molto curati.
"The Divine Wings Of Tragedy" è con ogni probabilità il disco dove tutte queste caratteristiche emergono nella giusta misura. Siamo nel 1997, anno significativo per il prog-metal: le caratteristiche del genere sono ormai note, il genere sebbene giovane è ormai affermato e sempre più gruppi seguono quello stile; tant'è che proprio in quest'anno escono capolavori non indifferenti del genere. La band aveva alle spalle già due dischi ("Symphony X" del 1994 e "The Damnation Game" del 1995) dove le idee c'erano ma erano caratterizzati da un suono ancora opaco e immaturo e da strutture ancora non ben perfezionate. Qua invece la band ha raggiunto lo splendore: finalmente il suono ha la potenza giusta, ma anche le atmosfere sono ben dosate e non più deboli e scarne e i suoni si trovano finalmente al posto giusto. I veri Symphony X nascono con questo album!
Ad aprire l'album c'è un trio sicuramente molto immediato ma in grado di lasciare il segno. Stupenda opener d'impatto "Of Sins And Shadows", dove Michael Romeo maltratta la sua chitarra con tutta la rabbia che può esprimere sorretto da un gioco tastieristico intelligente e sincero, begli assoli di chitarra e tastiera. Rimarrà sicuramente il segno anche della seconda traccia "Sea Of Lies" che introdotta da un tappeto tastieristico e da un giro di basso colpisce ancora con il suo ritmo forsennato ed è splendido il giro di note che Pinnella ci regala nella parte strumentale. "Out Of The Ashes" è da ricordare per l'attacco, davvero geniale con riff martellati di chitarra ben sostenuti dalle tastiere. È un'ottimo inizio ma con la traccia numero 4 scendiamo nel lato più propriamente progressive e introspettivo della band. "The Accolade" risulta un brano più epico con le tastiere più in primo piano e con le influenze sinfoniche della band in netta evidenza senza però mai far scordare il lato tecnico. "The Pharaoh" invece è apprezzabile per l'aggressività con cui viene suonata, sebbene a velocità non raggiunga i primi pezzi. Sentire Romeo picchiare sulle corde dà una sensazione di sfogo mai sentita prima, ma il lato sinfonico e orchestrale della band non è da meno. Stesso discorso vale per "The Eyes Of Medusa". Tecnica sempre impeccabile anche in "The Witching Hour" e poi... Cala il sipario sulla superba suite di 20 minuti che porta il nome del disco. Epicità, melodia, sinfonia, tecnica, potenza... tutto ciò che abbiamo sentito viene sintetizzato in un unico brano. E non ancora stanchi dell'ascolto ci possiamo regalare una chiusura degna di nota con "Candlelight Fantasia", più melodica e poco aggressiva, che offre una sorta di boccata d'aria all'ascoltatore che dovrà pure rilassarsi dopo aver sentito un disco così intenso!
Chi ama la potenza lo amerà; chi ama la tranquillità estrema... se ne stia alla larga! E torni ad ascoltare Bach!
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