Devo assolutamente ringraziare I Synful Ira e la persona che mi ha fatto avere il loro album, erano settimane che non dormivo così bene! Partiamo dal principio però, infatti, penso che saranno davvero poche le persone che conosceranno questa band, quindi le presentazioni sono quasi obbligatorie.

I Synful Ira nascono nel 2007 con l’odioso obbiettivo di essere una cover band di gruppi quali Nightwish, Within Temptation, Evanescence e simili. Sotto questa veste hanno la presunzione di rilasciare un album e un DVD, scelta che a mio avviso è inutile e deleteria! Passi nascere per essere una cover band, ma addirittura rilasciare del materiale mi sembra a dir poco risibile! Poi qualcosa cambia, i Synful Ira decidono di fare sul serio, si mettono al lavoro su del materiale di propria creazione e nell’estate del 2012 rilasciano questo “Between Hope and Fear” tramite Logic (Il)llogic Records. Sebbene attualmente la band sia praticamente sconosciuta ai più è bene far notare che al suo interno militano due personalità decisamente affermate; una è Marco Renzi, il batterista, già attivo nei noiosissimi Absynth Aurea e l’altra è Fabio Balducci (la mente dietro al progetto Synful Ira), più noto per essere il chitarrista dei pacchianissimi (seppur’ amatissimi) Ancient Bards.

Fatte le presentazioni si può arrivare al succo del discorso; “Between Hope and Fear” è un album di una noia devastante, senza un pizzico di originalità, si muove banalmente tra il sound pop dei Evanescence e la tamarraggine degli ultimi Lacuna Coil, creando quindi un’imperante sensazione di “già sentito”.

Da un certo punto di vista puramente formale quest’album potrebbe sembrare riuscito, l’immagine è quella giusta, la produzione pure, tutto è al suo posto, ma facendo un paragone di tipo scolastico, la formalità è una cosa da primi della classe, è una cosa da cocchi della maestra, da mestieranti, gli artisti sono un’altra cosa, non sono formali, sono stravaganti, innovativi e fuori da ogni schema, sono quelli che si siedono in fondo alla classe e stanno nel loro mondo, perché quello che hanno di fronte agli occhi è noioso e troppo ristretto per la propria mente. Da questo punto di vista i Synful Ira sono i cocchi della maestra non certo quelli del banco in fondo alla classe.

I problemi di quest’album sono molteplici, il primo dei quali, anche se non si direbbe, è la produzione: è pulita, troppo pulita, asettica, tremendamente artificiale e plasticosa, non esiste alcun tipo di dinamismo nel loro suono, praticamente è come se i brani fossero eseguiti da un computer, manca qualsiasi tipo di emozione. Il secondo problema è indubbiamente la voce di Letizia, che se da un lato è tecnicamente dotata, dall’altro riesce ad avere l’interpretazione emozionale di un soprammobile rendendo qualsiasi brano tremendamente soporifero. Inoltre la situazione si aggrava ulteriormente per la presenza di numerosissimi ritornelli senza alcun mordente e parti strumentali quasi sempre fini a se stesse, nelle quali non è presente un minimo di originalità, in sostanza fungono solo da accompagnamento alla voce, senza mai emergere, tanto che dopo poco, tutti i brani iniziano ad assomigliarsi e la voglia di spegnere lo stereo ed eclissare l’album in fondo a qualche cassetto dimenticato diventa forte, molto forte! L’unico momento in cui le parti strumentali prendono il sopravvento è durante assoli, ma questo non è affatto un bene, infatti anch’essi tendono ad assomigliarsi tutti e spesso cadono in inutili ed odiosi tecnicismi. Preferisco invece sorvolare sul discorso dei frequentissimi assoli di tastiera, i quali presentano un suono talmente orribile e fastidioso che non voglio nemmeno perdere tempo a scriverne.

In definitiva i Synful Ira propongono un Gothic Metal odiosamente pop (tracce come “New Love” lo dimostrano chiaramente), privo di qualsiasi personalità ed originalità! Fabio Balducci e i suoi non intendono minimamente mettersi in gioco, non hanno alcuna intenzione di rischiare, vanno sul sicuro, puntano alla struttura “strofa-ritornello” e per questo suonano datati ed inutili.

Da quel che posso leggere sulla rete buona parte delle critica di settore li ha apprezzati, io mi dissocio da queste opinioni, vado contro corrente! Il punto è che nel Gothic Metal, attualmente, non si è ancora sviluppata una mentalità tale da premiare l’originalità e stroncare la banalità, ma io non mi accodo alle correnti di pensiero, io guardo solo ai fatti, ed essi mi dicono che i Synful Ira sono bocciati.

Noiosi oltre ogni dire.

Carico i commenti...  con calma