Innanzitutto ciao a tutti, mi chiamo Bisius e prima di iniziare la mia recensione premetto tre cose: 1) Sono un nuovo utente 2) Non ho mai scritto recensioni neanche della carta Scottex in vita mia 3) Sono un grosso fan dei System of a Down.
Bene, ora che ho messo in chiaro queste elementari questioni passiamo al disco in questione, "Hypnotize" appunto. Questo disco dei quattro armeno-losangelini è il cugino di "Mezmerize" ed esce ad appena sei mesi di distanza dal precedente. Purtroppo, leggendo le vostre recensioni più di una volta mi è capitato di leggere commenti non proprio positivi su questo doppio lavoro dei S.O.A.D. A me non è proprio dispiaciuto, anche se ci sono un paio di pecche molto evidenti e che erano completamente assenti nei primi due dischi, ma ci tornerò su dopo. Dunque, intanto cominciamo col dire che "Hypnotize" è un disco di alternative metal di appena trentanove minuti. Considerando che il prezzo del CD è di circa 20 euro, si storce già un po' il naso, ma non preoccupatevi: dopo questa prima reazione negativa, resterete stupefatti dall'incredibile bellezza di quest'album, e se siete dei veri fan dei S.O.A.D. non vi curerete dei commenti velenosi che leggerete dopo questa mia "uscita".
La prima canzone è "Attack", e a mio parere è una composizione che ricalca un po' lo stile della "Prison Song" contenuta in "Toxicity", anche se magari è un po' più eccentrica (nella parte finale). Resta comunque una canzone da non ascoltare prima di andare a letto, perchè non è propriamente un sonnifero, e chi l'ha ascoltata sa di cosa parlo. Non fatevi ingannare nemmeno dal titolo della seconda canzone ("Dreaming", ovvero sognando), perchè anche questa è una canzone abbastanza rude (bellissima, a mio avviso, la chitarra distorta che apre il testo). La terza canzone, invece, è assolutamente da non sopravvalutare: "Kill Rock'n'Roll" di minaccioso ha solo il titolo, perchè per il resto è una canzone da pogare dall'inizio alla fine (oddio, dura 2 minuti e 27, quindi non è che fate 'sta gran fatica). E arriviamo anche qui alle note dolenti. La quarta canzone, "Hypnotize", selezionata come primo singolo, mi ha lasciato a bocca aperta per il giro di chitarra iniziale (davvero ipnotizzante), ma poi la bocca si è aperta ancora di più perchè mi si è letteralmente afflosciata la mascella all'andamento della canzone. Direi che qui i S.O.A.D. hanno dato il peggio di sè stessi, con una melodia disgustosamente pop (e chi se ne sbatte dei finti chitarroni alle spalle) e che verso la sua metà presenta un "assolo" che mi ha lasciato dubitare per la seconda volta delle qualità effettive di questo disco. Allora adesso direte: "Ma se prima ne avevi parlato così bene e adesso fai anche il paraculo...", calma ragazzi, perchè mi sono ripreso molto velocemente grazie all'ennesima canzone di denuncia dei System, dal titolo "Stealing Society", che a dire il vero se uno se la fa venire in mente non riesce a cantare il motivetto, perchè l'imprevedibilità dei S.O.A.D. fa mutare la composizione di melodia ogni trenta secondi.
A me ha fatto impazzire lo stacco del chitarrone tra una strofa e l'altra (all'inizio, a metà e verso la fine), cinque secondi che rivelano la piena potenza di un gruppo che molti di vi definiscono "alla frutta", "decaduto"... (bwahahahahahahah). La sesta canzone ("Tentative") per un attimo mi ha fatto tornare in mente l'apertura di "Dreaming", ma questa volta il testo va da tutta un'altra parte, con un ritornello quasi addolorato ("We're going down/ In a spiral to the ground/ No one / No one's gonna saved us not) e un interrogativo che si ripete angoscioso a metà canzone ("Where do you expect us to go when the bombs fall?") prima dell'ultima esplosione finale. "U-Fig" è una canzone che si apre con un delizioso giro di basso da parte di Shavo Odadjan per poi continuare con Serj Tankian che opta per una soluzione dapprima urlata a squarciagola, poi canticchiata nel ritornello e sospirata a metà canzone. Geniale qui l'utilizzo di un mandolino (mi sembra) che stacca tra una strofa e l'altra a metà testo e che fa presupporre il declino dell'aggressività canora (cosa che in realtà non è vera). Ed ecco uno dei capolavori della discografia dei System of a Down, la canzone n°8 dal titolo "Holy Mountains" (montagne sacre, dedicata ai monti confinanti con la Turchia, in particolare l'Ararat che è il monte dove Mosè ricevette le leggi dell'Antico Testamento da Dio) che si apre con una melodia molto lenta e perfetta per una canzone death, per poi sfociare in un trenta secondi di rabbia, rallentare ancora e poi dilagare in uno stacco furioso di Daron Malakian che tuona: "LIAR, KILLER, DEMON" e poi "HONOR, MURDERER, SODOMIZER" verso la fine (denuncia esplicita contro i mali della società) ed infine il ritornello a due voci ("Freedom, freedom, free, free"). Bellissimo l'assolo a metà canzone.
La composizione n°9 è quella che mi è piaciuta di più, si intitola "Vicinity Of Obscenity" ed è una canzone pazza con la P maiuscola, dove gli armeno-losangelini cantano una serie di stronzate una dietro l'altra giusto per fare l'assonanza con lo schizofrenico sottofondo (che si apre con un ticchettio). Ora faccio un appello agli amici di DeBaser: che cazzo vuol dire "Banana, banana, banana, banana, terracotta, banana, terracotta, terracotta, pie"? Boh... Altra nota dolente con la decima canzone, "She's Like Heroin", a mio avviso un testo riempibuchi, dove Daron parlotta invece di cantare e anche la musica fa un po' cagare. N°11, il secondo singolo estratto ("Lonely Day") che non mi è dispiaciuto moltissimo nonostante sia una lenta del cazzo e non serva a una minchia far ruggire i chitarroni che tanto è sempre una lenta e non cambia. Anche qui bellissimo l'assolo a metà canzone. La composizione conclusiva, "Soldier Side", riprende chiaramente la brevissima intro di "Mezmerize" ed è una canzone veramente commovente, lenta pure questa, ma molto più originale e a mio parere significativa di "Lonely Day".
Bene, ora che ho esaminato tutte le canzoni (e spero di non avervi annoiato, ma sono alle prime armi, e fatemelo sapere se c'è qualcosa che non va) scrivo ciò che non mi è piaciuto di quest'album. Oltre alla questione economica (41,80 Euro per 23 canzoni mi sembra che non sia affatto poco) ho notato con dispiacere altre due pecche evidenti che di fatto evidenziano un leggero regresso della band. Prima su tutte, l'eccesso di protagonismo di Daron Malakian, che ottiene sempre maggiori parti canore in tutte le composizioni e copre in tutto e per tutto Serj Tankian. Detto fra noi, non è che sarebbe proprio negativo, ma Malakian non sa cantare, la sua ugola è sgangherata, e dove l'angelica voce di Tankian costruisce, arriva lui con acuti degni di Katia Ricciarelli ("Hypnotize") ed è come fosse arrivato con un bulldozer della Scania a distruggere il Taj Mahal sonoro di Serj. A lungo andare stanca e fa cagare il cazzo, perchè oltre a non saper cantare ha una voce estremamente monotona, non come quella di Tankian che è in grado di passare dall'urlato al sussurrato o da una parte bassa a una parte alta senza problemi in due secondi. la seconda è la commercializzazione estrema dei S.O.A.D., tendenza applicata con "Mezmerize" e che continua imperterrita anche con questo disco. Direi di aver detto tutto, mi rimangono da scrivere la scaletta delle canzoni e i componenti del gruppo. Ora avete un nuovo membro di DeBaser e spero amico! Grazie per la vostra pazienza nel leggere questa mia prima recensione e se avrete voglia di leggere altre mie recensioni io sarò qui per scriverle.
Serj Tankian - Voce e tastiera Daron Malakian - Voce e chitarra elettrica Shavo Odadjan - Basso John Dolmayan - Batteria
Ciao a tutti, buona serata e buon nuovo anno scolastico!
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