A circa 6 mesi di distanza da "Mesmerize", i SOAD tornano con la seconda parte di quello che in realtà è un album doppio, "Hypnotize", anticipato da un singolo omonimo e leggermente sotto la media del suo predecessore. Con questo lavoro epico Serj Tankian & soci sono definitivamente diventati un gruppo commerciale (il che non è necessariamente un male): lo testimonia un suono non sporco e l'utilizzo anche della voce pulita del chitarrista Daron, che già in "B.Y.O.B" seguiva una pista diversa da quella del cantante principale, l'eccelso già citato Serj, con risultati più che buoni.
In "Hypnotize" si ripete un pò il copione di "Mesmerize", con qualche sfuriata trash in più (l'opener "Attack") e un pò più di melodia (il discreto primo singolo "Hypnotize"). Non mancano i brani epici ("Holy mountains"), quelli più quieti ("Lonely Days"), ma la differenza la fanno due pezzi come "Kill Rock'n'Roll" e "Vicinity of Obscenity". Il primo è la classica canzone dei SOAD interpretata però con un gusto pop che non fa affatto male alla band, il secondo, invece, è semplicemente geniale : inizio con ritmo scandito da bacchette, poi psycho rock con voce filtrata, accenno dance e ritornello funky soul anni '70, poi di nuovo metal. Tutto questo in manco 3 minuti di canzone. Il pezzo migliore dell'album. Altri episodi degni di nota sono la punkeggiante "Stealing Society", la pazzissima "Us Fig" e "Dreaming".
In definitiva, un album che farà finalmente entrare i System of A Down nell'olimpo non solo del heavy alternativo e che, nonostante qualche nota stonata, li afferma definitavamente la più grande rock metal band del 2000. Peace.
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