Che Dio benedica i file fake di eMule. Qualche genio sulla rete Kadu (i reietti che hanno Fastweb sanno di cosa parlo) ha pensato bene di dare notorietà ad uno sconosciuto artista transalpino, tale Thomas Walter, in arte "T.", zippando il suo album omonimo del 2005 e spacciandolo per il nuovo dei Guillemots.
Al momento in cui scrivo vedo su Adunanza che 197 pirla, tra cui il sottoscritto, ci sono cascati. Per la serie "Excusatio non petita, accusatio manifesta" io il disco dei Guillemots me lo sono comunque pigliato questa settimana in una di quelle visite lampo in terra d'Albione che mi sciroppo ogni tanto per certe tristi questioni professionali. Intanto però non avevo resistito alla tentazione del muletto elettronico e giorni addietro mi sono ritrovato ad ascoltare una roba che era chiaro non fossero i Guillemots (passi la svolta artistica, ma c'è un limite a tutto; Fyfe Dangerfield sarà anche un tipo parecchio versatile, ma se un suo disco suonasse come una via di mezzo tra french touch e indietronica tedesca, persino lo madre lo rinnegherebbe).
Il problema di questo dischetto fake che mi ero scaricato è che mi garbava assai, ma vai a capire che diamine di musicista fosse. Pure i titoli delle canzoni erano finti. Per fortuna nel terzo millennio, se sai usare Google, non esistono misteri e dunque cerca qui, cerca là arrivo nel blog di uno che era incappato nella mia stessa disavventura e da lì poi al sito della casa discografica del signor T., tale Herzfeld
Dal sito dell'etichetta, rigorosamente in francese, vengo a sapere che l'album in questione, seconda prova dell'allora ventiquattrenne Thomas Walter, è stato pubblicato nel 2005 e che il terzo album dell'artista,"Bau", è invece appena uscito sempre per la medesima casa discografica.
Questo "T." è uno di quei dischi con cui vai subito d'accordo. I giri di basso su percussioni elettroniche di "Dancing Together" e i pacati fraseggi tra sampler e tastiere di "Show Us" sono presi in prestito dal più recente elettropop teutonico (Notwist über alles) e persino la voce di Walter ricorda in modo impressionante quella di Markus Archer.
Non vorrei illudervi di aver scovato un nuovo "Neon Golden". Il buon Thomas si limita qui a reinterpretare in modo più che degno quanto già seminato da altri, senza la pretesa di reinventare nulla. Prova anche ad avventurarsi in terreni a lui evidentemente meno consoni, un po' new acustic in "Soft Pocket" e un po' Damien Rice dalla erre moscia in "Pink and Red". Succede persino che annoi ("Can't Remember"), ma poi ritrova per strada le nostre amate atmosfere indietroniche con "Postman" e chiude in bellezza con un meraviglioso brano in pure stile french touch, "Boys are Designed", come gli Air non ne fanno più da un pezzo.
L'unica vera pecca di questo disco è che risulta praticamente introvabile. Parlo di copie originali, perché col peer to peer avete capito come scovarlo. Se la Mela Morsicata non vi sta sulle palle lo potete anche scaricare da iTunes, su cui vi toglierete lo sfizio di pagare i diritti d'autore
P.S. Al geniaccio che sul muletto ha spacciato il disco come il nuovo dei Guillemots: amico, ti devo una favore. Il mondo è piccolo e se magari un giorno dovessi leggere queste righe, vedi di farti vivo. Ho messo da parte una bottiglia di Montefalco Rosso per te.
P.P.S. "Red", il nuovo album dei Guillemots, lo portate via per sole 7 sterline e 65 al duty free di Gatwick, ma sappiate che fa abbastanza cagare.
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