Mi piacerebbe molto introdurre questa creatura misteriosa, che porta il nome di Tacoma Radar, ma mi sa che solo i membri stessi ne hanno la capacità.
Non c'è nulla di così sicuro per noi.
Le foto si contano sulle dita di una mano soltanto e nemmeno si riesce a beccarne una che mostri tutti i loro volti per bene.
Un EP, uscito nel 2001, e un solo album, questo, nel 2004. Cessazione dell'attività musicale presumibilmente l'anno prima.
Entrati in punta di piedi ed usciti di scena allo stesso modo.
E' una raccolta di brani dipinti con varie tonalità di grigio, proprio come quella sua copertina leggermente sfocata, così semplice ma così evocativa allo stesso tempo.
Ci mette di fronte ad un'interpretazione ambivalente: il viaggio di un ritorno a casa in una nevosa giornata invernale, oppure il viaggio di chi se ne sta andando, forse per sempre.
Queste canzoni sono frame di momenti, ricordi, pensieri, cose mai dette. Emozioni dolci-amare. Sincere e dirette.
Si tratta di un album che adoro visualizzare come una coperta morbidissima, profumata e vellutata, una di quelle così piacevoli da accarezzare. E che a loro volta ti accarezzano e ti donano quel calore e quella sensazione di rifugio e protezione, quando fa freddo all'esterno ma soprattutto quando fa freddo all'interno dell'anima.
Quelle carezze sono proprio le note dei sussurri di Jennifer Cosgrove, con quella sua voce graziosa, con le sue minuscole e sporadiche imperfezioni che la rendono ancora più speciale ed intima in quella caratteristica e delicata vulnerabilità.
Per quanto mi riguarda, amo tornare a farmi avvolgere da questa coperta.
Ora, a mia volta, me ne esco di scena senza dare troppo nell'occhio. Indisturbato.
"La solitudine arriva senza far rumore."
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