Prendete un gruppo britannico che non ha avuto mai sin dapprincipio preoccupazioni per il rilascio di un singolo.
Everything Changes, ovvero Tutto cambia come avevano gia´ filosofeggiato con il loro album di debutto.
A questo punto erano superstar giganti in Europa, e la questione nella loro mente non era se potevano ottenere un singolo di successo, ma quanti e quali sarebbero stai gli hit da rendere al numero uno.
L'album omonimo ha generato sei singoli di successo, quattro dei quali lo hanno reso il numero uno nelle chart, il che rende everything changes uno dei single più venduti album del decennio, annunciandoli come il più grande gruppo maschile dai tempi dei Beatles. Quando la campagna pubblicitaria sfocia nel cosiddetto jet set, è difficile distinguere il valore mediatico del disco dal materiale stesso.
Si tratta di un album di dance-pop e di splendide ballate cantate da cinque giovani, con risonanza superiore a maggior parte degli album boy band, grazie alla scrittura superlativa del cantante Gary Barlow.
Da sempre le boy band hanno contro la loro parte di scettici, e da sempre quelli di cui abbattere le difese sono come forma di competizione con la loro "lotta" per compiacere la base di fans che già hanno.
Con tracce a loro modo, "impertinenti" di danza come "Relight My Fire" (vecchio hit di Dan Hartman negli anni '70) e ballate di qualità come "Pray" e "Love Ain't Here Anymore", così come le tracce pop "Everything Changes" e "Whatever You Do to Me" i Take That scavalcano tutti i loro concorrenti. Cio´ che ne hanno ottenuto in cambio è stata la reputazione (ribadita) di essere un gruppo come pochi e con talento vero.
"tutto cambia affinchè nulla cambi".....
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