''Lifted up
Reflective in returning love you sing
Errant days filled me
Fed me illusion's gate
In temperate stream
Welled up within me.''

Questa veramente non è facile. E come potrebbe essere altrimenti quando si parla di Amore, bellezza, ricordi e di lunghi addii. Potresti scriverne per ore e magari non hai né la capacità di sintesi, né la capacità di costruire un discorso liscio fruibile a tutti. Oppure potresti scegliere il silenzio. Un silenzio, tanto caro al nostro Mark Hollis (https://www.youtube.com/watch?v=_MnpgEAG3bM), che spiega meglio di ‘mille parole’ quello che una persona ti stia comunicando con la propria arte e musica. E cosi ti ritrovi ad ascoltare, per la millesima volta, The Colour of Spring o magari Spirit of Eden ed al termine dei circa 40 minuti di musica, posare la puntina (per i nostalgici). Cosi per assaporare meglio il piacere del silenzio.

Cos'altro varrebbe la pena ascoltare?

Sono ormai 20 anni esatti che Mark Hollis ha detto basta. Fine. E che le mie sensazioni, nel suo disco solista, fossero che lui era già uno estraneo a quell'ambiente, quasi come se fosse già fuori (https://www.youtube.com/watch?v=LWSPopbVavw). Non stupisce quindi che per lunga parte della sua carriera sia stato ossessionato probabilmente dalla ricerca del silenzio, che alla fine abbia deciso di aspettare al di là di quella porta dietro le quinte bloccata da una sedia (https://www.youtube.com/watch?v=ckNZljhwLfs). Storia, a chi di dovere, già conosciuta, ma difficile da sentire da qualche altra parte. Un gruppo che si trova al posto giusto, nel momento giusto e con gli intenti giusti. Primi due album che seguono la scia di Human League, Duran Duran, Ultravox (quelli di Ure), Depeche mode, soft cell e chi ne ha piu ne metta. Poi l’implosione. Certo, il gruppo regalerà, in parte, ai primi fan il bellissimo The Colour of Spring, ma la metamorfosi stava già avvenendo. Niente più concerti, niente singoli, interviste sempre più rare e popolarità a picco. Hollis aveva trovato un modo per 'comunicare' l’importanza del silenzio, i suoi testi fin da Spirit of eden lasciavano intravedere questo addio e questa spiritualità.

Asides besides è una raccolta doppia pubblicata ad aprile 1998, pochi mesi dopo il saluto di Hollis. Il primo album raccoglie molti brani dei primi tre dischi in versione mixata che personalmente poco riflettono quello che è il vero spirito dei Talk Talk. Il secondo volume presenta tre rare demo del 1981 (‘Talk Talk’, ‘Mirror Man’, 'Candy'), ma le vere gemme sono invece alcuni inediti del periodo 1982-1986. E come non potrebbe essere altrimenti con canzoni come ‘Pictures of Bernadette', 'For What It's Worth' (no, niente Buffalo Springfield) e 'John Cope'? Brani straordinari e che, un po’ come 'April 5th' e 'Chameleon Day', erano l’antipasto per i lunghi silenzi musicali dei Talk Talk del divenire. Come non menzionare poi quella canzone, ‘It’s Getting Late in the Evening’ (presente nel retro del singolo 'Life's What You Make It'). Sei minuti di poesia, con un atmosfera da brividi ed un sound che era già futuro. Spirit of eden era lì, bastava rendere ancora più atavico il sound. Chiaro che una raccolta del genere sia indirizzata principalmente ai devoti di Hollis and Co. E per chi non volesse perdersi proprio nulla, c’è da menzionare anche la raccolta 'Missing pieces', questa volta periodo 'Laughing Stock', con b-sides ancora più spoglie, rarefatte e minimali (https://www.youtube.com/watch?v=Y8xsQvzFNcE).

Oggi, la storia è nota, qualche apparizione in dischi altrui ed un brano per la serie televisiva Boss, anno domini 2012, poi il nulla. Vuoto. Un vuoto da saturare con la loro (e la sua) musica, ma diciamocelo, in fondo, non mancherà mica solo a me? In quella famosa isola deserta che ogni tanto menzioniamo, tanto lontana e tanto desiderata a volte, il tuo disco Mark e la musica dei Talk Talk, di certo non mancherete.

Lo avevo detto che non era facile..

Carico i commenti...  con calma