I Talk Talk sono stati certamente uno dei migliori gruppi degli anni 80. Anche nella prima parte della loro carriera, quando erano ancorati alla moda del synth-pop, avevano una classe ed una raffinatezza sconosciute ai rivali. Ciò che non possedevano era un' immagine facilmente vendibile ( Mark Hollis non faceva di certo strappare i capelli alle ragazzine ), ed il carisma delle star britanniche più in vista à la Depeche Mode ( Mark Hollis non si poteva certo definire un animale da palcoscenico ). " The Colour of Spring " è l'album di transizione per eccellenza, ponte tra i precedenti "The Party Is Over" e "It's My Life" e il secondo periodo dei capolavori free- form del meraviglioso "Spirit of Ede " e di "Laughing Stock".
Otto brani della lunghezza media di cinque minuti spruzzati come colori nella tavolozza della loro "primavera musicale", che si portano dietro un vasto repertorio strumentale, arrangiato sempre in maniera certosina e raffinata. La traccia iniziale mette subito le cose in chiaro: non un semplice ritmo ballabile di drum-machine condito da svolazzi di synth e da un cantato "dandy ". No, niente di tutto questo in un disco del 1986, di un gruppo etichettato tra i tanti "techno-poppettari" in circolazione. Bensì un intro di percussioni e batteria che accompagnano la voce di Hollis ( nettamante superiore alla media del periodo, e di gran lunga ) che duetta con un coro di bambini in un crescendo celestiale, dalle tinte paradisiache. È " Happines Is Easy", gemma che da sola meriterebbe l' acquisto del disco. Ma la successiva "I Don't Believe In You" cattura le nostre orecchie allo stesso modo, questa volta decadente e crepuscolare ma sempre di alta qualità. "April 4Th", così come "Chameleon Day" sono anteprime delle dilatazioni che seguiranno in futuro, mentre "Living In Another World" riprende le coinvolgenti sonorità del passato in chiave più elegante, deformate dalla nuova luce ispiratrice. "Time It's Time", traccia finale, raggiunge gli stessi livelli di quella iniziale, con un paesaggio variopinto di spunti sonori ( c'è persino un coro simil-gospel ) e di cambiamenti d' umore, con una coda estatica di tastiere azzurre come il cielo, mantenendo quello spirito " giocoso" che ha da sempre contraddistinto tutta la produzione dei Talk Talk, di tutti i periodi.
In definitiva, " The Colour Of Spring " non è un capolavoro, ma è senza dubbio un disco da avere, del quale comunque ci si potrebbe facilmente innamorare.
Carico i commenti... con calma