Sentendo il nome Talking Heads la prima cosa che salta in mente è Remain In Light, uno dei migliori dischi di sempre: in quel discone del ’79 prodotto da Byrne e Eno, i Talking Heads avevano stravolto il modo di concepire il Rock, mescolando per l’appunto rock e new wave con musica tribale, corredando il tutto con una serie di sovrapposizioni di voci e canti davvero unica.
Ma non voglio parlare di Remain In Light (sarebbero troppe le cose da dire), ma di Little Creatures, un disco a mio avviso un po' sottovalutato.
Corre l’anno 1985, e le Teste Parlanti eseguono un’altra virata nel loro sound, dando vita a nove “Piccole Creature“, e il termine “Piccole Creature” calza proprio a pennello, dato che non sono certo dei capolavori come “Born Under Punches” o “The Great Curve” (per citarne alcuni), ma sono “solo” delle song semplici, senza quelle acrobazie musicali… senza quell’anima Funky cui ci avevano abituato in 77 o Fear Of Music o lo stracitato Remain In Light; insomma in Little Creatures Byrne e soci sfornano nove song limpide, mai noiose, orecchiabili, allegre e felici; e noi felici ce le ascoltiamo piú e piú volte.
In “And She Was” prima song dell’album, si nota subito la genialità di Mr.Bryne, melodia allegra, ritornello cantanto in coro: The world was moving she was right there within (And She Was), The world was moving she was floating above it (And She Was)... insomma un testo che parla di Suicidio...
Stesso identico parere della track4: The Lady Don’t Mind (testo sul suicidio accompagnato da musica PopAllegra).
Cito per ultima “Road To Nowhere” (non che le altre non siano da citazione… sia chiaro, è che il commento risulterebbe molto simile o identico, dato che stiamo parlando di un album molto omogeneo), una delle song più belle delle Teste Parlanti, una canzone molto sentimentale, che parla dell’ipotetica fine del mondo, tutto accompagnato da una batteria senza sosta, da fisarmonica, riff di chitarra molto nascosti (se non sbaglio alla chitarra dovrebbe esserci stato il chitarrista degli Smiths) e testo tutto cantanto in coro… impossibile non innamorarsi di questa canzone che sembra quasi un addio.
Ultima cosa da segnalare è, un extended mix di “The Lady Don’t Mind” nella track10 della durata di ben 6m e 50s, ma che ha il pregio di non annoiare.
Ecco siamo arrivati al voto del disco, gli do un 5/5… dato che a Remain In Light avrei dato un 6/5…
Carico i commenti... con calma