Il primo aggettivo che mi sovviene parlando di questo disco è “fresco”. Sa di giovinezza, di adolescenza, di giornate di festa, di spensieratezza, di “chissenefregaditutto”, di ricordi e di epoche passate.

Quando inizia "Lonerism", sei su una rotaia in una galleria e stai correndo all’impazzata verso una luce che arriva dall’uscita. Senti la voce di John Lennon che arriva da là e all’improvviso: BAM! sei scaraventato fuori dalla galleria. La luce ti fa scoppiare le pupille e ti accorgi che stai volando su una valle con montagne altissime sulle cui pareti dolomitiche rimbalzano suoni saturi di synth potentissimi. Inizia così "Lonerism", secondo album degli australiani Tame Impala, con un capolavoro psicotico chiamato "Be Above It". Con la seconda traccia, "Endors Toi", già si capisce che la voce praticamente uguale a quella di Lennon non è un caso: i Beatles sono la base di questo album. Le fondamenta, la rampa di lancio. I Beatles più acidi e psichedelici. E sono rievocati con cavalcate di chitarre sature e tastiere onnipresenti. Il tutto in technicolor.

"Apocalypse Dream", uno dei brani migliori (anche se non si potrebbe dire che questo è meglio di quello), con i suoi cambi improvvisi ti fa entrare in stanze segrete accompagnato per mano da una voce sognante. “Whoa, and I’m getting closer, will I ever get up?”. bè per adesso no, siamo appena all’inizio.

In "Mind Mischief" sembra di giocare tra le bolle di sapone. Un riff di chitarra, sempre più grasso e distorto e un basso che ti culla. Non si molla il colpo e gli australiani continuano a farti sognare con "Music To Walk Home By": sempre synth ovunque e suoni eterei.

Quello che segue, "Why Won’t They Talk To Me?", sembra davvero un grido d’aiuto di un ragazzino solo che cerca di essere forte convincendosi che non gli interessa se nessuno gli parla ma alla fine non gli va giù di essere solo. Il sintetizzatore rende tutto terribilmente adolescenziale, disperato, bello. Tra le tracce è forse quella col ritornello che ti resta più impresso in testa.

"Feels Like We Only Go Backward" è quasi una ballata tra due amanti che non trovano un punto d’incontro ed è infimamente romantica. "Keep On Lying" continua il triste romanticismo con una chitarra da primi assoli beatlesiani che poi si distorce sembrando il serpente elettrico di Santana solcando così un decennio di musica.

Il cambio di rotta del disco avviene con "Elephant": qui c’è puzza di Black Sabbath lontano un chilometro. Chilometri che diventano 2 quando c’è l’arrivo dei Deep Purple negli assoli di chitarra e tastiere. Elephant è la classica traccia da viaggio notturno in macchina con la radio a palla, gli amici dietro che bevono birra e tu che ti senti un po’ Dio.

Il cambio di rotta dura poco però perché si torna subito indietro, prima con il breve intermezzo di "She Just Won’t Belive Me" e poi definitivamente con "Nothing That Has Happened So Far Has Been Anything We Could Control" (titolo chilometrico che nessuno ricorderà mai). "Nothing That Has…" (ecco appunto) che nella melodia strizza anche più di un occhio a Magical Mystery Tour. Si continua a volare in alto, altissimo, oltre alle nuvole che ti accarezzano fino a quando i Tame non decidono di farti precipitare in spirali sintetizzate che potrebbero graffiarti per quanto sono affilate. Poi va tutto bene, il capitano riprende il controllo e si riprende quota.

Il disco si chiude con "Sun’s Coming Up". Inizia come una ballad: un pianoforte e la sola voce (ma dai?!). Poi però la chitarra più psico-whawha del disco irrompe (ah ecco) con tonnellate di echi, passando da un orecchio all’altro giusto per farti sbronzare un altro po’ sfumando in suoni strani e una voce di bambino.

"Lonerism" è, in definitiva, un disco che nonostante si rifaccia a gruppi e canzoni di quasi 50 anni fa, suona maledettamente fresco e nuovo. Questi 4 ragazzi di Perth ci sanno fare davvero e ci regalano uno dei dischi secondo me migliori del 2012. È una boccata d’aria. È una pausa in cui ci si riposa senza pensare, perché è impossibile riflettere in un mare di suoni e colori: si può essere solo trasportati dalla corrente verso luoghi che solo noi possiamo immaginare.

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