Arriva l'estate e puntuali come la morte ecco arrivare gli annuali tormentoni estivi....quale sarà quest'anno il motivetto facilone per la spiaggia? Se invece non ve ne importa assolutamente niente della leggerezza (chiamasi per meglio dire mediocrità) che impazza mi permetto di consigliare a tutti, ma proprio a tutti il viaggio in musica per antonomasia. Questo è il primo disco che ho posseduto in formato cd dopo "The Final Cut" dei Pink Floyd. L'ho sentito migliaia di volte con migliaia di stati d'animo dentro eppure ogni volta mi lascia lì sospeso,senza un'ancora a cui aggrapparmi, stremato, sognante e contento. Lo amo talmente tanto alla follia che mi piace anche vedere le facce basite degli ascoltatori non pronti a cotanta magnificenza (sperando che ci sia sempre meno gente che non l'ha mai ascoltato!).

Nel gennaio 1971 i Tangerine Dream orfani di Klaus Shulze (non proprio uno stupido insomma) cambiano studio di registrazione trasferendosi nei "Dierk Studios" di Dieter Dierk il geniale ingegnere del suono di moltissimi gruppi krautrock a venire. Froese e soci iniziarono a sperimentare le potenzialità dei primi rudimentali synth analogici come l'EMS usato in questo album più assiduamente per produrre effetti sonori che reali parti di canzoni. Comunque sia un disco essenziale, tutto (esagero eh?) partì da qui, e nonostante l'elettronica sia usata in modo piuttosto massiccio la musica che ne esce possiede un'anima, ha una personalità quasi struggente; non più l'informalismo rumoroso del precedente "Electronic Meditations", ma un sound decisamente evocativo e sognante. Nucleo centrale dell'ispirazione extra-musicale appare indiscutibilmente il cosmo con il suo fascino e i suoi misteri e più specificatamente la science-fiction un elemento centrale in tutta l'elettronica tedesca dei primi '70 e nella carriera successiva della band.

Solo tre canzoni riconducibili ad un'unica lunga suite, 40 minuti di viaggio nello spazio e nel tempo. Caratteristiche di questo monolite (come chiamarlo diversamente??) sono le tessiture dell'hammond distorto e filtrato spesso simile ad un organo da chiesa, effetti inquietanti dei synth (l'EMS ma anche il VCS3)con un forte eco, i fraseggi maliconici del Les Paul di Froese, il flauto quieto e quasi venato di jazz, la batteria tribale coi piatti che sembrano esploderti in faccia come meteoriti. Tutto fluisce in modo naturale dentro Alpha Centauri 22 minuti di puro delirio cosmico. Il viaggio sta per finire e l'organo trattato si fonde inscindibilmente con voci ultraterrene che sembrano provenire da chissà dove.

......ora è notte......prendete la macchina e il disco, fatevi accompagnare se volete e raggiungete un luogo ampio. Il mare, la pianura, la vetta di un monte non importa. Un luogo dove lo sguardo possa spaziare tra le stelle e le linee indefinite che descrivono la realtà sensibile. Play. Ascoltate.

Carico i commenti...  con calma