Un meteorite incandescente minacciosamente sospeso prima di precipitare entro una prospettiva di cui non si vede la fine, così si presenta questo lavoro dei Tangerine Dream del 1979 ridotti a duo dopo la dipartita di Baumann e la breve, infelice parentesi di Cyclone.
Play: e sei investito da un coro di voci sintetiche potente, immenso ed evanescente come l'Introitus dal Requiem di Mozart. Poi, un brevissimo riff di chitarra acustica ti introduce in una sontuosa suite di rock elettronico che potrebbero aver scritto i migliori Pink Floyd, per concludersi inaspettatamente con una struttura sonora geometricamente scandita dal drumsbox che richiama alla mente il Bach musicista-matematico dell'Arte della Fuga... questo disco è in effetti un omaggio alla sinfonia classica, non a caso sul retro della copertina campeggia un ritratto di Beethoven (distorto, trasfigurato, ridotto a metamorfosi del meteorite di cui sopra).
Ecco in sintesi i Tangerine Dream nella loro forma migliore, ahimè mai più ritrovata, con un disco originale, possente, elegante. Indispensabile.
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