Ecco un disco che resiste all'usura del tempo grazie ai suoi molteplici livelli di lettura: "Stratosfear", o delle ambiguità: registrato nell'agosto 1976 a Berlino.

Prendiamo il titolo: un gioco di parole che distorce il termine inglese (stratosphere) introducendo il tema della paura. O l'immagine di copertina, realizzata da Brian Cooke e Trevor Key, i grafici della Virgin Records: la potete capovolgere ed è come prima, nella sua sanguigna bellezza. Oppure la strumentazione usata: ciascun componente del trio tedesco suona moog e mellotron, ma alle risorse elettroniche vengono affiancati un piano Fender (Peter Baumann), un clavicembalo (Chris Franke), pianoforte e chitarre a 6 e 12 corde (Edgar Froese); quest'ultimo un giorno si presenta in studio con un'armonica a bocca, seminando sconcerto tra i compagni.

"Stratosfear", o delle ambiguità: quando avevo vinile e giradischi mi piaceva far andare il brano di apertura, quello che dà il titolo all'album, a 45 giri invece che a 33: e funzionava lo stesso, essendo un pezzo caratterizzato da un tema melodico molto chiaro e cantabile, che col mio giochetto risultava di molto accelerato ma non perdeva nulla della sua integrità.

L'enfasi data alla melodia, nei 10'38" di questa traccia (su Internet mi sono imbattuto in una versione più breve, 5'08", riarrangiata e assai pimpante ma attenzione: non è quella originale) segna il passaggio stilistico dei Tangerine Dream per gli anni a venire: dalle lunghe suites meditative a brani più brevi con temi semplici e ben strutturati.

Il resto dell'album evoca atmosfere notturne e ultraterrene: il breve "The Big Sleep In Search Of Hades", aperto da clavicembalo e flauto (ma è il mellotron a simulare quest'ultimo); un tentativo di accattivarsi il pubblico americano citando una palude in Florida: "3am At The Border Of The Marsh From Okefenokee" (è in questo brano che Edgar Froese suona la sua famigerata, e spettrale, armonica); infine il conclusivo "Invisible Limits", con un dialogo teso tra sequencer e melodie di chitarra elettrica prima della chiusura affidata alle sonorità liriche e distese di pianoforte e flauto-mellotron.

34 minuti di musica in tutto: ma sono la quintessenza dei Tangerine Dream.

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