Nei primi anni '90, una delle tracce di questo album ("Ride on the Ray") era usata da Rai2 come musica di sottofondo del meteo: destino che ha toccato anche i Tangerine Dream, quello di un uso "improprio" di un brano strumentale, loro che della musica strumentale hanno fatto il marchio di fabbrica di un'estesissima produzione.

E qualcosa di meteorologico c'è nelle atmosfere di questo disco, uscito nel 1986, capitanato come sempre dal duo fondatore, Edgar Froese e Chris Franke, cui si unisce per la prima volta un musicista viennese, l'allora 23enne Paul Haslinger, che sostituisce Johannes Schmoelling uscito dal gruppo l'anno prima.

Dichiarava all'epoca l'entusiasta giovanotto: "Arrivai nello studio di Berlino dei Tangerine Dream e c'erano tutti gli strumenti che avevo sempre sognato. Sono sparito per un anno perché ero sempre dietro alle tastiere, a sperimentare".

Tastiere che simulano efficacemente il timbro della chitarra acustica, come nel brano di apertura "Song of the Whale Part 1", un canto della balena nelle profondità subacquee, popolate dal tappeto melodico dei synth, da un costante contrappunto di percussioni elettroniche, e dalla chitarra elettrica di Edgar Froese, lucida e lancinante, che non di rado tiene lunghi accordi dal timbro distorto che sembrano presi a prestito da ambientazioni rock.

"Song of the Whale Part 2" si apre con un'introduzione al pianoforte, due minuti che lasciano poi spazio al consueto panorama timbrico di tastiere e a momenti di chitarra sola, come l'assolo che precede la conclusione raccolta e ombrosa del brano.

I restanti quattro brani, durata media 5 minuti, non aggiungono molto all'atmosfera creata nella prima parte del lavoro, ma "Underwater Sunlight" resta un lavoro solido, ricco di invenzioni melodiche, che fa della costante variazione nelle atmosfere il suo tratto stilistico principale.

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