Sprofondato sul divano, luce fioca e brandy scadente; anche la musica elettronica ha il suo “Antico Testamento”, le sue parabole. Cosmologia dell’essere umano in quattro movimenti; brodo primordiale; lapilli di violoncello sferzano gelidi sintetizzatori, funerei accordi d’organo si scaldano al lume di un eterno vibrafono. Magma elettronico e minimalismo esistenziale. Anche io ho il mio “Antico Testamento”; sprofondato sul divano lo riscopro, sprofondato sul divano mi lascio andare. Cosa diceva Baudelaire?: “…divani profondi come tombe…”.
Primo Movimento.
L’Universo è oscuro, almeno quanto me. Tenebre striscianti e subdole, che non riusciamo a scrollarci di dosso; uniche luci: quelle del passato, quelle che ricordiamo solamente, quelle che non viviamo, quelle delle nostre illusioni perdute.
Secondo Movimento.
L’Universo è indifferente, almeno quanto me. Niente che valga più di un battito di ciglia, di una rotazione sul proprio asse. Tutto segue irrevocabilmente il suo corso; non c’è da preoccuparsi in fondo: un giorno, forse, saremo liberi.
Terzo Movimento.
Eppure l’Universo è anche inquieto, almeno quanto me. Il battito spasmodico dei nostri cuori, i sudori freddi che ci colgono alla sprovvista. Eruzioni improvvise di vulcani che credevamo spenti, ci ricordano che siamo vivi; che la nostra piccolezza è riscattata dalle nostre emozioni.
Quarto Movimento.
Eppure l’Universo spera ancora, almeno quanto me. Che cosa speriamo esattamente, è difficile da dire; eppure in istanti privilegiati, in allineamenti astrali imprevisti, sembra tutto ancora possibile, tutto…
…Persino credere nel Quarto Movimento.
Carico i commenti... con calma