I mini-LP non hanno mai goduto di ottima attenzione nel circuito thrash metal, essendo un ibrido scassa tasche con poche song e tanta confezione, magari un pezzo killer ed altri filler che sfociano in album assai più appetibili, oppure in prodotti da pattumiera. Il valore aumenta senz'altro quando si parla di "Haunting The Chapel" degli Slayer o "Surf Nicaragua" dei Sacred Reich, ma decresce quando si tratta di "Ratman" dei Risk, oppure di "Alien" dei tedeschi Tankard. Lavori poco conosciuti nell'Europa Continentale al di fuori della cerchia di irriducibili aficionados.

Il combo beer-core thrash per antonomasia pubblica questo mini LP nel 1989, dopo l'uscita del suo album più celebre "The Morning After", chiudendo la prima fase della carriera del gruppo teutonico, quella più legata all'hardcore con il rullo compressore Oliver Werner, quella del suono grezzo eppure succulento come una bella grigliata. La sorpresa è dietro l'angolo in quanto le song non sfigurano affatto accanto a "Commandments" o "Shit Hero", dall'album precedente, anche se leggermente inferiori. Offrono però il fascino della presa diretta, il grezzo muro sonico che arriva da strade affollate, da birrerie colme, da negozi pieni di dischi usati, da prove su prove nello scantinato, luoghi dove i cinque ragazzi di Francoforte hanno raccolto gli umori da iniettare in queste cinque "canzonacce" (come direbbe Ivan Graziani), pregne di ritmiche semplici ma che ci attraggono come una vecchia e cara automobile sgangherata, compagna di avventure. Basti pensare alla rivisitazione dell'inno "(Empy) Tankard", ripescata dal primo LP "Zombie Attack", che è letteralmente un calcio nei denti, soprattutto con le bacchette di Oliver che prendono fuoco e il suo pedale che continua martellarci senza un'attimo di respiro, mentre chitarre e voce precipitano nelle nostre orecchie lasciandoci un discreto fischietto nella testa. La velocità raggiunta è pari a "Darkness Descend" dei Dark Angel. Ottimo anche il rifacimento di "Remedy" vecchia song del gruppo hard rock Rose Tattoo, che negli anni '70 incideva per l'etichetta degli AC/DC, la Albert: un omaggio ad una band che condivide la filosofia del divertimento a tutti i costi ("..libera te stesso, liberati/Buona musica rock è quello di cui abbiamo bisogno..."), un pò come i più famosi AC/DC.

Il bottino di questo mini LP sembra esiguo se consideriamo la quantità di musica Tankard: una cover, un brano ri-suonato e tre nuovi episodi. Questi novelli confetti sono una ventata di aria fresca, a partire dalla title-track che percorre i sentieri del thrash con alta dose di hardcore, dall'andamento assillante, ma non speed of ligh come in passato. Come pure la squassante "Live To Dive", marchiata dalla doppia cassa martellante alla "Overkill" e dai consueti assoli adrenalici, che odorano pure di Angus Young. "666" è, all'opposto, una dissacrante marcia metal dal testo quanto mai ironico, celebrato dall'urlatore Andreas Geremia:

"Noi abbiamo un contratto con Satana/Un contratto firmato all'Inferno/Sacrifichiamo una vergine/Egli ci fa venere il nostro disco/SATANA!- Noi preghiamo l'Anticristo/MALVAGIO-Per sfondare un giorno nelle classifiche/666 Confezioni - Sette giorni di morte e dolore/Satana - Undici ore di pioggia di sangue/666 Confezioni - Nove pistrellli neri mangeranno il tuo cervello/Satana - Buono con i numeri? Unisciti al nostro culto/Abbiamo il male ancora più malvagio/Vieni ad acuistare la nostra merce/Un teschio di plastica,una maglietta che dice "Defeco su Cristo"/Satana - Il battito che colpisce/Malvagio! - Per sette giorni la settimana/Sul palco macelliamo il pollame/Nei brani l'uomo/Messse nere, budella e tortura/Facciamo del nostro peggio"

Leggendo il booklet scopriamo che le voci corali sono a cura dei Midas Touch, thrash band svedese che incide per la Noise e che proprio quell'anno aveva pubblicato il suo unico LP "Presage Of Disaster". Probabilmente una festicciola in famiglia, oppure un piccolo divertissement in sala d'incisione. Questo mini-LP diventa perciò volontariamente uno spartiacque fra la prima fase del gruppo più oltranzista e la seconda che fa le fusa al thrash statunitense, grazie anche all'innesto del drummer Arnulf Tunn. La band entra così negli anni '90 senza rimpianti, poichè il sound e le idee si stavano lentamente cristallizzando. Non così invece l'atteggiamento della band verso il proprio pubblico, sempre scanzonato e dissacratorio. La corsa dell'alieno ubriacone non si ferma.

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