Ascoltare un album dei teutonici Tankard è come scolarsi d'estate, al ritorno serale dal lavoro, un boccale di birra ghiacciata, sentirla uscire dai pori della pelle, guardare le loro facce nel retro copertina del vinile che teniamo in mano ed accendere lo stereo.

Tempi veloci, chitarre come fili elettrici che friggono, "Peace goes out" alle band del settore, interno busta disco con collage foto, produttore del momento e logo malleabile rivestono la loro importanza nel thrash metal, ma troppe volte la confezione è più intrigante del contenuto. E' il caso degli americani Acrophet che viaggiano a tavoletta senza un bricciolo di refrain ficcante, persistono impavidi a polverizzare le orecchie senza foggiare un break suggestivo, ammassano canzoni fotocopia e riciclano riff delle prime band del genere, sperando nella smemoratezza dei fan : sembra che la rapidità stessa incarni il caos nelle nostre orecchie, avvertiamo irritante il suono delle asce impastato a piatti, rullante e tom. I Tankard suonano solleciti ma con grazia (under pressure), urlano con irruenza ma non irritano, non sembrano neanche bravi musicisti eppure creano i loro piccoli hit underground ("Acid Death", "Mercenary", tanto per fare dei nomi), pubblicano album a ripetizione fino ai giorni nostri, con annesse raccolte e DVD celebrativi, sottolineati dalle consuete copertine sarcastiche e dalle disamine sui loro lavori, quasi sempre a favore dei nostri birraioli incalliti.

"Chemical Invasion", uscito nell'ottobre del 1987, è il secondo sigillo discografico della band tedesca, il platter più profumato di malto e luppolo, caratterizzato da un'ironia di fondo che fa tutt'uno col frastuono delle chitarre. Con questo prodotto i Tankard perfezionano il debutto "Zombie Attack", svelando al mondo che si può suonare a velocità elevate senza scadere nel chaotical thrash, cantare furiosamente senza la limpidezza di un Michael Kiske , pestare i tamburi senza inibizione, senza finezze da ristorante di lusso ma risultando orecchiabili. Dopo un intro sozzone, di circa 17 secondi, viene scagliata in faccia all'ascoltatore "Total Addiction" che mette d'accordo tutti con il riff grezzo, penetrante come l'eco delle auto che sfrecciano in autostrada e prosegue svelta come una freccia scagliata da Robin "The New Priest" Hood, con il "tap-tap-tap" persistente del pedale , mentre Andreas Geremia declama con rabbia il malsano uso che i teenager fanno di alcol e droga:

"... ascolta i Tankard, hai bisogno di una dose di thrash/un pieno totale della loro musica e della lori birra/ragione sufficiente per lasciar perdere le tue droghe"

Rinfranca l'artwork di copertina con la prima apparizione del mad doctor fumettato, simile a quello reale dalla cover di "Method Of Madness" degli Obsession, che sta preparando i giusti agenti chimici velenosi per sabotare la birra. Questa abitudine viene descritta nella title track dell'album. Dopo una digressione iniziale nell'hard rock, con riff pescati dallo scrigno anni'70 (come faranno gli Overkill con "Spiritual Void"), arriva il tuffo nel consueto thrash:

"FERMATE L'INVASIONE CHIMICA!" La birra tedesca è sempre la migliore/Pura è libera da agenti chimici/Uno standard del quale siamo fieri/Uno standard mai incontrato in altre terre/Leggi della purezza libera da agenti chimici/Nessun corpo inquinante-nessun cambiamento"

Ma se pensiamo che i Tankard siano solo dei beoni abbiamo la pronta smentita con la canzone "Don't Panic":

"Ti importa del mondo dove viviamo?/ Ne sei consapevole?/Morte! Omicidio! La guerra è rabbia in corsa/Uccidi!Muori! il tuo bambino è morto/ Ma questa è una causa - questo è quello che ci dicono/Così mentono/Fuori dalla guerra - infliggono terrore / Milioni muoiono/Sì dicono :nessun sbaglio a Chernobyl/ e stanno cercando un'altra cura per l'AIDS/Mandano le pistole in Nicaragua/ E sciolgono le dita in Afganistan/ Niente panico-è proprio il nostro mondo/ Malattia fatale che ucciderà la società/ Sesso sicuro? No! Speranza! Sono tutte cure residui di cura/ ultima! opportunità! il tempo sta per finire"

Le due asce Andy e Axel ricamano assoli efficaci che gonfiano il pezzo, senza togliergli asprezza: un cibo metallico del genere potrebbe tirarci su alle 8 di lunedì mattina mentre timbriamo il cartellino. La buriana prosegue con "Tantrum": riff che si "abbassa" come un Mig in picchiata ed oligofrenico guitar solo che schizza dalla chitarra come una vecchietta petulante rimprovera il pirata della strada che stava per arrotarla sopra le strisce pedonali. La produzione approssimativa di Harris Jonhs è veramente polverosa e riserva un pessimo trattamento al basso di Frank Thorwart, anche se ascoltando i Protector di "Misantrophy" ci solleviamo il morale. In fondo il thrash teutonico è questo. Kalle Trapp, Harris Jonhs, Horst Muller e Roy Rowland accompagnano alla cresima heavy i soldiers of metal, mettendoli in condizione di emergere dalle cantine. Li scodellano nella scena del momento senza chiedersi fino a dove arriveranno. All'inizio quest'album sembra ostico per le noste orecchie, la stessa band la riteniamo troppo carnevalesca, niente business e tutta "Empy Tankard", dotata solamente di tanta irrequietezza e consapevolezza dei loro mezzi. Con queste premesse il suono da grezzo ci appare magico ed irripetibile, di poco migliorabile. Tutto questo lo realizziamo con il brano capolavoro dell'album, dal testo becero e pessimista (uno spaccato di cronaca), che è "Farewell To A Slut", interamente composto dal batterista Oliver Werner. A proposito di questo trascurato batterista, occorre precisare che pur non mostrando una tecnica nitida sbatte le pelli con buona lena, senza troppe manfrine, appoggiando benissimo i tempi delle chitarre ; allora intuiamo che un batterista più tecnico a poco sarebbe valso: a cosa servirebbe un fuoriclasse in brani così spontanei e furiosi?. Conta pure il talento compositivo, il rispetto degli altri musicisti, la dimestichezza con la vita on the road. Tutte doti che regalano buoni batteristi, dispensatori di emozioni che non ti aspetti da certi mostri di tecnica più sponsorizzati. Vediamo com'è (pressapoco) "L'Addio Alla Sgualdrina" :

"Torno a casa alle 6 di mattina dopo una notte di baldoria/Quando lei apre la porta le vomito sul vestito/Mi dice che sono un sudicio, un perdente un'idiota/Un cappellone ubriacone buono a nulla/Lei vuole che lavori ma il lavoro mi stanca/Tutto qello che desidero è un nido per il mio uccello/Stupida puttana - sono stanco della tua merda/Stupida puttana - ti sotterro in una fossa/Cosa dovrebbe farsene l'Inferno di una sgualdrina così fannullona/Troppo stupida da amare, brutta da scopare/Botte e sgridate noiose tutta la notte/Più continua e peggio è/Stupida puttana - sono stanco della tua merda/stupida puttana - ti sotterro in una fossa/lei urla e si lagna tutto il giorno fino a farmi impazzire/Se dice ancora una parola la faccio sparire lontano/La farò a pezzi, la batterò con le catene/La scioglierò nell'acido fino a farla sparire/Ora sono libero in prigione di bere le mie birre/Fottuto tutti i giorni dai secondini per i prossimi vent'anni "

Il testo è sfrontato quanto la musica: irrompe l'assolo dirompente e prosegue per venti secondi, strofa e ritornello si disputano la gloria, pausa per rifiatare, accelerazione, ancora assolo strappa biglie, cori campionati apocalittici a decretare la fine della vicenda con l'omicidio della petulante e la carcerazione dell'ubriacone assassino. C'è spazio e gloria per una composizione di Andy Bulgaropulos, la strumentale "For A Thousand Beers" che è il manifesto dei Tankard più fantasiosi, capaci di progredire con cambi di tempo e soluzioni più articolate, senza tuttavia perdere un bricciolo di potenza ma coniugando canzoni più brevi e intense ad altre più meditate, dal minutaggio consistente, sempre con quella violenza sonora, quel purificarsi negli stilemmi del thrash anni '80, fortemente rigenerati nell'hardcore più sfrenato ("Puke"), mantenendo fede alle attese. A proposito delle due asce: fin dagli esordi Axel Katzmann compone molte più canzoni rispetto ad Andy Bulgaropulos, ma paradossalmente, con la dipartita di Axel, sarà Andy a portare avanti il sound dei Tankard prima di essere a sua volta sostituito. Verso la fine delle danze c'è pure la chiassosa cover dei Gang Green "Alcohol" con chiosa finale di Gerre che urla :"Datemi una birra!".

Cala il sipario e si riapre lo sportello del frigo: lo sogna in carcere l'omicida di "Farewell To A Slut".

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