D'estate non succede mai niente. É paradossale come, nel periodo dell'anno in cui la gente ha più tempo libero, escano quasi sempre prodotti poco interessanti. Sono sicuro che quest'estate non uscirà nemmeno il primo album dei Tanooki Suit, che sto aspettando da quando li conobbi, quasi un anno fa.
Quindi ho deciso per scacciare la noia di scrivere almeno qualcosa sul loro EP, uscito un bel po' di tempo fa e che non ho trovato recensito.

I Tanooki Suit sono un gruppo formato da due chitarristi americani che si fece notare su internet quando lo youtuber VaatiVidya li contattò per poter pubblicizzare sul suo canale (dedicato ai videogiochi pubblicati dalla From Software) la loro canzone "Lordvessel". Questo perché, se non l'avete già capito dal loro nome, i Tanooki Suit amano i videogiochi e molti dei testi di questo primo EP (e lo stesso titolo) sono appunto inspirati da qualcuno di essi.

Dopo queste parole la band potrebbe sembrare un prodotto preconfezionato per nerd e iniziati vari che nulla ha da offrire a chi di questi videogiochi non conosce nulla, ma non è così; perché oltre i testi c'è la musica, e i Tanooki Suit suonano terribilmente bene.

Il loro primo EP, Euclid appunto, uscito nel 2013, contiene cinque canzoni per meno di venti minuti di musica, ma ognuna di esse riesce ad essere talmente coinvolgente da assicurarsi di essere riascoltata almeno una dozzina di volte. La proposta è fortemente incentrata sulle chitarre dei due musicisti, com'era prevedibile. Si tratta di chitarre affilate che si susseguono in numerosi riff che cercano di insinuarsi nella mente dell'ascoltatore (e spesso ci riescono) ma che nonostante certi trucchetti del genere (un pesante downtuning, la distorsione a palla) non si possono definire metal. Di fatto ad ascoltare le loro tracce viene in mente di più certa musica americana dei tardi '80 (Bitch Magnet, Squirrel Bait, Sonic Youth), mostrando però una tecnica non irrilevante che nelle parti soliste che strizza l'occhio al progressive più ruvido e al post-rock (per avere un esempio di quanto eterei possano diventare, basti ascoltare l'intro di "Kaiju", a metà EP). La voce è l'altro grande pilastro della musica dei Tanooki Suit: mixata alta e che non fa rimpiangere gli assoli, tremendamente espressiva e lirica ma non eccessivamente tecnica, e che di tanto in tanto si lancia addirittura nello scream (e riuscendoci meglio di molti cantanti metal, secondo me). Insomma, si tratta di una band che ha più frecce al proprio arco di quanto si potrebbe pensare.

Ogni canzone dimostra inoltre di possedere una propria personalità, racchiusa peraltro in circa quattro minuti di durata. La già citata "Lordvessel" si dimostra la più lenta e solenne del lavoro, impreziosita da un coro finale ottenuto col multitraccia, "Hope Rides Alone" parte aggressiva per diventarlo sempre di più, "Kaiju" porta la proposta ai suoi confini più duri, e "Oh, My Stars" a quelli più dolci e sognanti. In mezzo a tutto c'è "Bones" che sintetizza tutto in una sola traccia. I testi inoltre non risultano affatto incompresibili a chi non sa di cosa si stia parlando, e spesso riescono a trasmettere sensazioni comuni in cui tutti possono ritrovarsi. "Hope Rides Alone", oltre ad essere senza dubbio tratta da qualche videogioco di "Megaman", è una storia di rifiuto, solitudine e vendetta, che viene estrapolata dal racconto videoludico come pochi altri sono stati in grado di fare in campo musicale (penso ai primi Iron Maiden, i Cure di "Faith"...). Il cantente riesce anche a liberarsi del cliché di nerd nei due pezzi autobiografici "Bones" e "Oh, My Stars", ricordi cantati con non poco trasporto.

Insomma, forse questo disco non vale le cinque stelle che gli sto dando, perché magari a qualcuno potrebbe non piacere o trovare ruffiana la miscela di stili presentata, o perché in fondo si tratta del lavoro di sole due persone che hanno fatto molto ricorso al digitale per avere qualcosa di diverso dalle chitarre (anche se secondo me la Drum Machine risulta molto ben programmata), ma io gliele dò lo stesso perché è dall'anno scorso che ascolto e riascolto queste canzoni e ancora non ne ho avuto abbastanza.

Recentemente la band ha dichiarato che i pezzi del nuovo album sono, a loro avviso, nettamente superiori a qualsiasi cosa ci fosse in Euclid. Ma in me resta la convinzione che sarà molto difficile raggiungere questo risultato.

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