In Germania negli ultimi tempi stanno facendo sul serio... il tipico sound elettronico che adottano da quelle parti ha attirato le simpatie di molti grazie a una fitta rete di passaparola che continua ad espandersi.
Il 2002 ci propone, oltre ai Notwist, i Tarwater, titolari di un modo tutto loro di scrivere musica. Melodie insistenti sulle stesse due o tre note, chitarrine dal suono piacevolissimo, una voce profonda, solenne, e partiture elettroniche di cui spesso non ci accorgiamo neanche, tanto sono ben amalgamate col resto.
C'è sempre il tocco d'autore che interviene su melodie altrimenti banali. E nonostante il lavoro dei Tarwater sia stato sicuramente meticoloso, ciò che appare all'ascoltatore sono dodici tracce sempilci e geniali, e cioè quello che chiediamo sempre a un disco.
Questo ritmo ciondolante, dopo notti insonni, è riuscito a ipnotizzarmi, a portarmi da un'altra parte, ma non mi è dato sapere dove... forse, sul pianeta (che immagino desolato) di questi sgangherati alieni immortalati in copertina, un posto dove poco rimane da fare, che ascoltare in sottofondo queste ballate, spesso dolci, talvolta amare, e comunque sempre coinvolgenti.
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