Tornano le finte-lesbiche "from Russia with love". Dopo svariate dichiarazioni, fidanzamenti, concerti in mutande e addirittura una gravidanza della mora Yulia Volkova, le due ragazzine di "All The Things She Said" sfornano un album molto meno pop e melodico del precedente ("200 Km/H In The Wrong Lane"), in alcuni punti quasi "buono" (sempre tenendo conto che l'album è destinato ad un pubblico dalla cultura musicale non troppo vasta). Tralasciando l'intro e il primo singolo "All About Us" (lagna monotona e testo banalissimo), il vero album inizia dalla terza canzone, "Cosmos (Outer Space)", una canzone dal ritmo piuttosto veloce e trascinante, molto somigliante alla quinta track "Friend Or Foe". Segue "Loves Me Not", una delle canzoni più orecchiabili dell'album, ma dal testo molto personale. Tralasciando "Friend Or Foe" sopracitata, ci si presenta una canzone che spezza l'album a metà. Mentre le canzoni iniziali erano veloci e ritmiche, quelle dopo "Gomenasai" sono più calme e melodiche.

"Gomenasai" è sicuramente una canzone di genere completamente diverse dalle altre, molto in stile fiabe disneyane. Segue credo quella che sia la canzone più brutta dell'album, "Craving (I Only Want What I Can't Have)", ai livelli di "All About Us", ma l'album riprende con "We Shout". L'album termina con le tre canzoni più belle dell'album: "Perfect Enemy", canzone particolare alternata tra stile classico ed elettronico, "Obez'yanka Nol", in cui la voce grave di Lena Katina fa coppia perfetta con gli acuti di Yulia Volkova, impreziosita dal testo russo, e per finire "Dangerous And Moving", la migliore. Stile che ritorna alle prime canzoni dell'album, testo piuttosto maturo, e un apprezzabilissimo contrasto basso-elettronica verso la fine.

Consigliato a chiunque voglia avvicinarsi al mondo musicale al di là dei video in heavy rotation in TV. [ok, spellatemi viva]

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