Un film che si ama o si odia, ma non si può rimanere indifferenti. Un film che emoziona, che cattura sia per la mirabile interpretazione sia per le musiche.
Sto parlando di "Ray", film del 2005 sulla vita del cantante afro-americano Ray Charles, interpretato da Jamie Foxx. Nato nel 1930 con il nome di Ray Charles Robinson, una madre lavandaia si ingegna nella vita di tutti i giorni per mantenere oltre a lui anche un fratellino, George, che morirà piccollissimo per essere caduto nella vasca della soda, morte a cui il piccolo Ray assisterà impotente. Da qui nascerà, anni avanti, la sua canzone a mio parere più bella, "Georgia on my mind". Cieco dall'età di sette anni per un glaucoma, imparerà a suonare il pianoforte, strumento costante nella vita della comunità afroamericana assieme al blues, da un vicino di casa cieco.
Il film segue, non voglio svelarvelo tutto, fino alla disintossicazione di The Genius dall'eroina. "Ray" racconta le traversie di un uomo, ingenuo, fregato dalla sua prima manager che sfruttava il suo talento senza dargli in cambio il dovuto, schiavo della droga, con molte fobie. Ma un talento e una capacità di sentire il pubblico, di sentire l'anima dei suoi interlocutori, davvero strabiliante. Un talento che si è sviluppato nonostante la cecità o forse proprio a causa di questa, e Ray Charles ha acquisito la capacità di "sentire" con l'anima il pianoforte e le note. Il grande musico, cantante, compositore, incredibile improvvisatore, è stato magistralmente interpretato da Jamie Foxx, che è riuscito a riprodurre per noi (per chi di Ray Charles non ha memoria), un uomo straordinario. Facendoci quasi credere di vederlo davvero, nel momento commovente in cui si rifiuta di cantare nello stato dell'Alabama in quanto, vigendo la segregazione, le persone di colore non avrebbero potuto andare a sentirlo. E lui voleva arrivare al cuore di tutti. Personalmente.
Un film commovente, appassionante, condito da sequenze musicali che tolgono il fiato. Da vedere assolutamente.
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