Nemmeno ricordo il motivo che mi ha spinto all'acquisto di questo album. E' stato molti anni fa, in un periodo particolare tra le altre cose. L'ho preso in cassetta, infilata dentro uno dei molti contenitori su cui erano esposte, che constavano in specie di "pagine" metalliche attaccate al muro.  Le sfogliavi rumorosamente facendole battere le une sulle altre. Se ti decidevi all'acquisto chiamavi il proprietario che con il suo bravo mazzo di chiavi prelevava la scelta. Tutto questo per dire che si parla di 14 anni fa. Una vita. Eppure "Elemental" lo ascolto ancora, tanto, e con lo stesso piacere di quegli anni.

E' un album pop con degli splendidi campionamenti, ciascuna traccia dotata di una propria originalità e bellezza, la voce di Orzabal (per il sottoscritto di eccelsa qualità) che avvalora ogni pezzo dandogli pathos e profondità.
A questo proposito devo dire che il successivo lavoro della band (come questo firmato Tears for Fears pur senza il co-fondatore Smith, quindi, di fatto, a mio modo di vedere, album solisti di Orzabal) e cioè "Raul and the kings of Spain" mi ha confermato quanta passione questo musicista anglo-franco-basco metta nei suoi lavori. Glielo permette la voce, molto potente, duttile e carica di sentimento.

Il lavoro si apre con la title-track, bella chitarra sullo sfondo e cantato leggero, la melodia è accattivante e bellissimi anche i cori. Con la successiva "Cold" (uno dei tre singoli) il ritmo aumenta, la voce di Orzabal trascina il pezzo mentre il ritmo di basso lega i momenti tra un ritornello e l'altro in cui la chitarra fa da sfondo al bellissimo cantato del nostro, accompagnato da ottimi backing vocals. "Break it Down Again" (altro singolo) è bellissima con i suoi cambi di ritmo e il tema che rimane in testa. "Mr. Pessimist" è lenta, ti culla ed è la riprova che l'ugola del cantante se la cava egregiamente con ogni tonalità. A mio parere uno dei pezzi migliori. Parte sussurrato quasi per poi aprirsi in una sorta di ripetizione ossessiva del ritornello per finire, ancora, con una coda strumentale di piano che riporta la calma e sfuma.
"Dog's a Best Friend's Dog" ha una chitarra quasi rock, molto vivace. Orzabal è straordinario. "Fish Out of Water" è il pezzo meno originale, bello però il ritornello con il backing vocals che accompagna il cantante. "Gas Giants"  è quasi strumentale, molto d'atmosfera, la voce di Orzabal che appare soffusa tra un nugolo di suoni piacevolmente miscelati. Breve, bella. Quasi ne fosse la continuazione parte "Power", chitarra e basso seguiti dalla voce che incanta con il suo tono tranquillo che aumenta ed esplode sul ritornello.
"Brian Wilson Said" è un omaggio all'ex leader dei Beach Boys ed evoca perfettamente sia l'immagine di una spiaggia californiana che alcune atmosfere tipiche della musica di quel gruppo. Altro episodio bellissimo.
"Goodnight Song" chiude il disco. E lo chiude stupendamente.
E' il terzo singolo. Un pezzo sognante, malinconico. Ancora oggi, nell'ascoltarlo, mi distende il suo incedere dolce. Semplicemente mi emoziona tanto, lo ascoltassi in qualsiasi momento, esalterebbe l'emozione di QUEL momento, qualunque essa sia. Ma volendo utilizzare un parametro da recensione, personalmente trovo sia la più bella canzone tra le dieci.

Per concludere, ritengo "Elemental" un album prezioso, qualcosa da considerarsi, al pari di altre tre, quattro opere, un amplificatore di stati d'animo positivi, qualcosa destinato a colpire nel profondo, in quella parte più sensibile a quanto di buono possa dare la musica. Ognuno di noi, suppongo, ha questi suoi tre, quattro (cinque, se, sette, uno) album/canzoni no?

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