Nel 1983 Curt Smith e Roland Orzabal formarono uno dei tanti duo in voga all'epoca, ed esordirono con quest'album. Si tratta di un pop d'autore, rifinito elegantemente, a tratti introspettivo, a tratti ballabile. Si distingue per una certa eleganza, e per una vena di pessimismo che permea il disco dall'inizio alla fine. Le liriche vantavano una certa profondità, e trattavano temi scottanti, come ad esempio quello dell'omosessualità, soprattutto in un paese che attraversava un periodo difficile sotto il governo Tatcher.

Si comincia con l'andamento fluttuante della ballata elettro-soul della title-track, dove la vena di fatalismo viene espressa dalle malinconiche note di chitarra della sezione mediana.
Subito dopo è la volta di "Mad World", singolo che ebbe un buon successo commerciale al suo lancio, una pop song che parte in sordina per poi irrompere con un ritmo da disco-club e un ritornello irresistibile. Come accennato sopra non mancano i momenti introspettivi, rappresentati dalla ballata esistenziale di "Memories Fade", un gioiellino pop, di quelli fatti come si deve. La voce di Orzabal si leva in un canto languido, presa per mano da un sassofono notturno e da un liquido ticchettio di piano. Gemma nascosta.
Sulle stesse coordinate, ma con una sezione ritmica più vivace, si muove "Watch Me Bleed", una cavalcata elettronica resa più preziosa della vellutata voce di Orzabal, indubbiamente una delle migliori nel panorama commerciale di quegli anni.
Questo gioiellino ha pure il merito di fare da apri-pista ad uno dei pezzi più trascinanti di tutti gli anni 80, la famosa "Change". L'indimenticabile intro di elettro-xilofono, il ritmo che entra sottopelle, l'orecchiabilità e il canto alienato (opera questa volta di Curt Smith), hanno marchiato a fuoco il ballabile degli '80. Il disco si chiude con la nevrosi atmosferica di "Start Of Breackdown", tra tribalismi latineggianti e crepuscolari frasi sintetiche.

I Tears For Fears fornirono una prova davvero convincente, brillante e raffinata. Un esordio con i fiocchi.

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