Dopo aver passato mesi di sofferenze tra finti gangsta e pseudo-rapper di strada finalmente arriva alle mie orekkie "Molotov Cocktail" del giovane promettente Ted Bundy, membro della Dogo Gang (eh si proprio loro!).
Già dall'intro si capisce ke nn si va incontro proprio ad una raccolta neo-melodica, ma quello ke suonerà anke a voi quando lo ascolterete è hip hop duro, sound di strada, ke nn si preoccupa di piacere alle ragazzine. Ted Bundy nasce 18 anni fa nella periferia nord di Milano e fin dall'infanzia coltiva la passione per la musica rap e per la musica in generale. Abituato ad intendere la scrittura come uno strumento di sfogo e un mezzo per imprimere i propri pensieri si ritrova spesso con una penna in mano a comporre rime: riflessioni fantapolitiche e storytelling ambientati in epoche che traggono spunto da libri e film sono gli spazi in cui meglio si muove. I suoi testi, unici per carica eversiva, idee originali e citazioni storiche, colpiscono i Dogo che lo coinvolgono sul palco del più grande evento hip-hop italiano, il 2TheBeat di Bologna.
I beat sono di Don Joe (Club dogo) Deleterio (Dogo Gang) e dello stesso Ted, un appena 18enne che ha tutta la voglia di esprimere davanti ad un micro tutto quello ke sente dentro. Dice infatti in un suo pezzo "I libri su cui ragiono li ha proibiti ogni ministro" ed infatti nelle sue canzoni nn mancano riferimenti anti-Bush, anti-Berlusconi e anti-polizia (condivido in pieno tralaltro), il singolo ke ha anticipato l'uscita di questo suo primo mix-tape è "Soltanto per me stesso" un getto autobiografico di rime in cui si descrive come un ragazzo con tanta voglia di lottare, la base è di Don Joe, mostro sacro di beats ke nn delude proprio mai, nemmeno in questo caso!
le mie preferite (fatemi sapere tramite commenti le vostre!) sono "Che ne sai della gang" e "Fireman" dove Ted Bundy (forse nn vi ho detto ke Ted Bundy era anke un noto serial-killer americano degli anni '70, da cui il "nostro" Ted prende il nome) riesce ad esprimere al meglio tutto il suo talento e il suo neo-nato flow. Giostrando su strumentali americane ed inedite (di Del e Don Joe), Ted alterna crude riflessioni politiche dal timbro rivoluzionario a tracce più scanzonate, fino all'originale storytelling.
Fatemi sapere cosa ne pensate dell'album e della mia recensione? a presto!
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